Raito Salus Infirmorum.
Era scritto " salute degli infermi" alla rampa lassù che ti cercava, paese di dolcezza per gli inverni, un paese così come si dava fosse in quel tempo con la vita uguale alla vita, al suo mietere lontano.
Giusto per l'ombra il sole, giusto il male per dar tempo alla morte, sul divano di seta d'oro impallidiva il biondo scozzese pettinando eternamente la moglie innamorata, il volto tondo in quella dolce eternità del niente.
Oggi 30 dicembre 2008, alle ore 11 al gazebo in Piazza Dante (altezza statua), i coordinamenti dell'MpA-Alleati per il Sud, la Destra, Lega Sud Ausonia e il Movimento di Insorgenza Civile, hanno indetto una conferenza stampa, dove presenteranno una petizione popolare per "chiedere le dimissioni immediate del Governatore Antonio Bassolino e il Sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino".
All'incontro parteciperanno:
Salvatore Ronghi e Carlo Farucci, rispettivamente Portavoce Regionale e componente della segreteria cittadina Mpa-Alleati per il Sud. Bruno Esposito e Maurizio Bruno, rispettivamente Segretario regionale e segretario provinciale de La Destra. Il segretario regionale della Lega Sud Ausonia, Gianfranco Vestuto e il rappresentante del Movimento di Insorgenza Civile, Carmine Ippolito.
Queste, a mio avviso, le foto che meglio esprimono la situazione civica e politica del comune di Vietri Sul Mare in questo momento.
La via Scavata di Raito, la vecchia via del mare, antica e caratteristica stradina espressione della bellezza paesaggistica del nostro territorio, storico itinerario per turisti e residenti che solevano raggiungere la spiaggia nel periodo estivo, ancora oggi percorso preferito per gli amanti delle lunghe passeggiate e insofferenti agli ingorghi della statale 18 dei periodi caldi. Questa stradina è diventata, da circa un anno, una discarica abusiva di calcinacci di ogni genere. Piastrelle, igienici e vari rifiuti edili fanno la loro bella mostra lungo il vialone della piccola stradina, cornice indegna e vergognosa di un paese che non vuole neanche più salvare l’apparenza, abbandonata al proprio destino, dove le regole sono lasciate al buon senso della gente, almeno quanto questo esiste.
Un consueto spazio per giochi sottratto ai bambini del posto e, di recente, ai tanti bambini ospiti della colonia estiva nella casa di accoglienza diocesana attigua alla stradina. A guardarli questa estate districarsi tra pietre e calcinacci sembravano essere nella striscia di Gaza intenti a combattere l’Intifada. A nulla sono valse le segnalazioni agli organi competenti e alle forze dell’ordine. La discarica rimane da un anno senza alcun provvedimento né soluzione. E’ eloquente come si sia preferito deviare il percorso per la posa in opera dei tubi del gas e non provvedere allo smaltimento coatto dei cumuli di detriti e mettere fine a una storia di ordinaria inciviltà. Nel frattempo, un senso d’impotenza è sopraggiunto nei cittadini residenti che, del perpetuarsi di abusi ai danni della comunità, avvertono in modo palese l’assenza delle istituzioni. Infatti, si ricorda che il giardinetto che costeggia la stradina con tanto di alberelli in bella mostra, non è altro che frutto dello smaltimento di calcinacci risultanti da lavori privati e costruito abusivamente anni addietro senza alcun intervento da parte delle autorità competenti. Oggi il tentativo di smaltimento sembra lo stesso, se si considera che parte della discarica versi sopra questo muro pronto per essere “edificata”.
Intanto la discarica cresce e definisce, in maniera inesorabile, la miseria civica e politica in cui è caduto il nostro comune, espressa, in modo eloquente, dalla gestione commissariale cui siamo stati costretti e dalle recenti operazioni delle forze dell’ordine.
“Il confronto è diventato tra ordine e disordine, legalità e illegalità, stato e antistato. L’esito raccapricciante dello scandalo dei rifiuti è che in Campania lo Stato come consenso è morto ed esiste ormai soltanto lo Stato come coercizione… In Campania non ci sono ormai più rappresentanti del popolo m commissari, sottosegretari, prefetti e questori, poliziotti in tenuta antisommossa… Il bene pubblico non ha più strumenti a disposizione se non la forza e lo Stato non ha altra strada se non attaccare militarmente chi gli resiste. Ogni margine di mediazione e di consenso sembra finito… E’ il tunnel della democrazia…”
Non sottovalutiamo quanto sta accadendo da 14 anni in Campania: non commettiamo l’errore di considerare lo scandalo rifiuti un fenomeno locale. E’ stato ed è un affare di Stato, o meglio dei governi nazionali di turno a loro volta “ben visti” dalle lobbies più potenti che hanno beneficiato, tramite i vari Commissari di Governo, come ancora adesso avviene, dei poteri speciali, previsti dalle legge istitutiva del servizio di protezione civile nazionale (legge 225 del 1992), per spendere i soldi pubblici al di fuori delle leggi ordinarie.
Se un sindaco spendesse i soldi pubblici come fa il Commissario di Governo verrebbe punito. Basta vedere chi ha eseguito le varie e costose opere per individuare gli artefici principali di questa lunga “messinscena”: le lobbies che contano in Italia grazie ai governi nazionali succedutisi dal 1994 che hanno diligentemente ascoltato i loro desideri avvalendosi di significativi consensi omertosi nelle amministrazioni locali e di indispensabili collaborazioni da parte di organizzazioni locali “non democratiche ed esplosive”.
Parte lesa sono i cittadini campani, troppo distratti e troppo abituati a sopportare amministratori di basso profilo e ancora in parte increduli a riconoscere come “azione non esemplare” dello Stato l’”operazione monnezza", vero e proprio saccheggio spietato del territorio regionale e delle risorse finanziarie pubbliche attuata con una efficace, sia pur fragile, copertura giuridica (legge 225 del 1992).
Ma quali sono i micidiali e ingegnosi caposaldi della “operazione monnezza” in Campania che possono essere esportati a scala nazionale?
L’intuizione efficace e micidiale che ha avviato lo “scandalo rifiuti” è individuabile nell’esaltazione di un cronico problema regionale rappresentato dalla inadeguata amministrazione pubblica che ha sempre avuto difficoltà a risolvere la raccolta e smaltimento dei rifiuti.
I rifiuti sono stati trasformati per legge in una situazione emergenziale di tale gravità da innescare l’applicazione della legge 225/92 che prevede l’uso di poteri speciali da parte di un commissario di governo, all’uopo incaricato dal Governo nazionale, senza limiti di tempo, finchè perdura lo stato emergenziale.
La ricaduta più efficace di tale intuizione è rappresentata dalla possibilità di affidare incarichi di progettazione ed esecuzione lavori direttamente a soggetti ben referenziati senza rispettare le leggi che regolano la spesa pubblica: in tal modo il Commissario di Governo di turno ha avuto ed ha un potere insindacabile di tipo “dittatoriale”.
Con tale potere, volendo, può agire in modo trasparente per il bene di tutti i cittadini ed ha la possibilità di risolvere rapidamente i problemi; se però non vuole risolvere le varie difficoltà nel minor tempo e con costi limitati, ha la possibilità di “deviare dalla retta via” favorendo (consapevolmente o inconsapevolmente) persone e imprese indipendentemente dalla qualità delle prestazioni. Numerose indagini della magistratura scaturite dalle attività amministrative commissariali, alcune ancora in corso che vedono coinvolti alcuni Commissari di Governo e collaboratori di primo piano, indicano che l’incredibile perpetuazione dell’emergenza rifiuti per oltre 14 anni è classificabile più come “operazione non esemplare” da parte di un apparato pubblico creato apposta per favorire una stravagante e allegra spesa pubblica.
Chi ci ha guadagnato? Le lobbies che contano di livello nazionale hanno avuto modo di usufruire, grazie a trattative privilegiate, di consistenti appalti per realizzare opere che non hanno risolto l’emergenza.
Una parte significativa di amministratori e politici nazionali e locali ha goduto di privilegi di vario tipo. La criminalità organizzata ha usato la situazione in tutti i modi essendo inserita anche nei posti di comando.
La giustificazione del malgoverno prolungato è stata attribuita spietatamente ai cittadini campani dipinti come sporchi e cattivi e per di più sottomessi alla malavita organizzata, e all’incapacità delle amministrazioni locali.
Vista l’abnorme durata dello scandalo rifiuti, i governi nazionali succedutisi dal 2004 si sono resi conto che lo Stato poteva continuare a tenere in vita il “sistema monnezza” solo con una crescente protezione giuridica e una militarizzazione senza più accentuata indispensabile, si dice e si diceva, per fare bene e presto spendendo i soldi pubblici senza andare troppo per il sottile (come sta avvenendo in questi mesi con gli appalti di ben tre inceneritori), coinvolgendo persone e imprese adeguate e ben referenziate.
Il mancato completamento entro i termini previsti dell’inceneritore di Acerra, iniziato proprio con una dura repressione quattro anni fa in un’area non idonea e con un progetto sbagliato che è stato necessariamente modificato, non è imputabile alle azioni sovversive dei cittadini. E’ lo stesso “sistema monnezza” che è andato autonomamente in tilt! I poteri speciali hanno garantito, finora, l’impunibilità per gli attori principali e incrementato la militarizzazione del territorio per proteggere e nascondere gli errori ed imporre soluzioni inadeguate controllando gran parte dei mass media diventati, in prevalenza, diffusori di veline inoffensive; hanno ridotto la partecipazione democratica in Campani.
Non c’è che dire! I risultati sono incoraggianti! Si può fare di più?
L’esperimento Campania ha ingrassato le lobbies parassitarie consolidandone la posizione di comando su scala nazionale avvalorata anche dal controllo quasi totale dei mass media che contano.
Chi ha pagato e chi è stato danneggiato?
I cittadini campani e l’assetto socio-economico regionale. Attenzione! In assenza di una democratica opposizione politica a scala nazionale il “modello Campania” può aprire una via in discesa (condivisa dalle lobbies che appoggiano l’attuale opposizione, in attesa di diventare maggioranza) per il comando totale della lobbycrazia e per la restaurazione di un modo di vita, non molto democratico, dove chi comanda sono i potenti e chi governa lo fa essenzialmente per i loro interessi.
Non ricorda un regime già sperimentato in Italia? O ci siamo già dentro?
* Franco Ortolani è ordinario di geologia, Università di Napoli Federico II