11/30/2008

In udienda da Benedetto XVI


Quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore”




Eravamo circa 6 mila i fedeli della diocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni che, guidati dall’arcivescovo mons. Orazio Soricelli, che hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano sulla tomba di Pietro e all’udienza speciale che il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso all’arcidiocesi, in occasione dell’VIII centenario della traslazione del corpo di Sant’Andrea apostolo da Costantinopoli ad Amalfi. Tra questi non poteva mancare la comunità parrocchiale di Raito e Albori che, come di consuetudine, ha dato dimostrazione di fede e di consolidato attivismo religioso.
L’emozione di incontrare il Papa, per tanti unica, si leggeva sui volti di giovani, adulti e anziani che, nonostante la sveglia nelle prime ore dell’alba, erano gioiosi, impazienti dello “storico rincontro”. L’appuntamento al “bivio” è ormai una consuetudine, la mattinata fredda e piovosa ha creato qualche disagio nel ritrovo. La partenza è scandita dalle parole di Don Mario che invita ad una breve preghiera. I ragazzi, come il solito, nei posti in fondo al pullman, si preparano ad un viaggio che lascia prevedere un ben altro “ silenzio religioso.
Si parte. Il viaggio è alquanto sereno e senza acuti, tranne quelli del coro Ave Gratia Plena di Raito che, dopo mesi di prove congiunte con altri cori della diocesi, continua a provare i canti che da lì a poco dovranno eseguire. Finalmente è prossimo il grande evento, quello di cantare nell’aula Paolo VI al cospetto del Santo Padre.

Stranamente i ragazzi sono rimasti tranquilli e senza esibirsi nei soliti cori o slogan da stadio. Anche per loro il viaggio ha un significato particolare che manifestano con un atteggiamento pacato, un misto tra emozione e meditazione.
Finalmente in Piazza S. Pietro invasa dai pullman provenienti da ogni parte della diocesi. Il cappellino giallo il nostro identificativo, il cartello della nostra comunità la guida tra la folla.
Dopo i controlli di sicurezza, l’immenso salone si spalanca davanti a noi. Da lì a poco si riempirà quasi del tutto, uno spettacolo di fede che non è sfuggita al nostro Mons. Soricelli che, nel suo intervento di presentazione all’evento, ha sottolineato la bellezza di quel colpo d’occhio vissuto dal palco, una presenza massiccia di fedeli, tanto da decretare come “”storico l’evento di quella giornata.
L’improvvisa uscita del Papa, senza alcun cerimoniale, tanto da costringere la brusca interruzione di un sacerdote che forniva dati organizzativi, ci ha colti quasi di sorpresa prima del lungo applauso di benvenuto.
Il cerimoniale, poi il suo discorso, spesso interrotto degli applausi, di cui forse pochi hanno colto il significato, così come è successo a me. L’emozione di essere a cospetto con il Santo Padre mi ha generato un momento di profonda riflessione e di insolita serenità d’animo. Non ricordo i particolari, ma di certo avrò percorso in lungo e largo la mia psiche, dove solo gli applausi, automatici e continui, mi rappresentavano nell’aula.
Il tutto in un attimo, per me unico, importante, indimenticabile.
Il resto è cornice, autorità con figli e nipoti ai seguito che in prima fila rispettano a memoria il cerimoniale. I saluti riservati per pochi ma soddisfazione per tutti per avere vissuto attimi di fede intesi.
Ci ricompattiamo all’uscita complice il cappellino giallo e via alla volta dell’Istituto delle Suore Francescane che ci ospitano per una “due giorni” di fede e di svago.
La visita a chiese e basiliche, completa la missione romana. Tanti i momenti di relax e divertimento. Il girovagare per strade e piazze del centro storico che, nonostante conosciute, non si stanca mai di vistare. Poi i negozi di Via Condotti. Questa un’altra storia. Sebbene inaccessibili ai “comuni mortali” rappresentano il fascino e l’attrazione per appassionati di moda all’ultimo grido.
Anche se “vedere non nuoce”, quelle vetrine declinano il significato di un lusso “di casta” che stride con il significato di fede vissuto pochi istanti prima.
I momenti di comunità dalle suore mi hanno ricondotto, per un giorno, alle gite scolastiche.
L’atteggiamento di repressione e controllo applicato dalle anziane ma energiche sorelle non ha evitato le scorribande notturne lecite e prevedibili dei ragazzi che, in questi frangenti, esprimono il meglio della loro “vitalità adolescenziale”.
Il viaggio di ritorno diventa “un attimo” presi da giochi, barzellette e canti vari. Ma la storia del cane “ Adelaide” ve la risparmio, anche se credo che il nome dell’amica Mariantonia sarà destinato ad allungarsi ancora………..

11/18/2008

Il "Silenzioso frastuono"

Pensavo alle “convergenze parallele” che Aldo Moro coniava nel 1970 quale ossimoro per raffigurare una situazione politica di avvicinamento tra la DC e il PCI, noto anche come compromesso storico.
Ho pensato a descrivere la situazione Vietrese di questa fase pre-elettorale come “silenzioso frastuono”, un modo per esprimere il dissenso verso un continuo frastuono di notizie, ammiccamenti e dichiarazioni che si rincorrono e definiscono un quadro sempre più caotico e mortificante. L’ ambiente ideale per mediocri, millantatori, pettegoli e spregiudicati dell’intrallazzo.
Il tutto in una silenziosa, integrante, misteriosa, avvincente “trama” che alimenta la suspense degli attenti lettori, tutti disposti ad anticipare e declinare ipotesi sul finale avvincente di questo ennesimo giallo d’autore.
Non mi sembra che questo periodo sia molto diverso da quelli che hanno preceduto le passate elezioni amministrative, forse addirittura peggiorato, se si considera che, nonostante le pessime gestioni amministrative degli ultimi anni, sembra che nessuno sia disposto a spargersi la testa di cenere e dimostrare onestà nel farsi da parte per lasciare spazio e tempo a nuova linfa e nuove energie. Al contrario, la volontà accecante di mantenere ben saldo il timone del potere locale, apre a riflessioni politiche e morali per niente edificanti per taluni personaggi.
Inoltre la disgregazione politica dei grandi partiti ha aperto ad una miriade di aggregazioni che, sotto diverse denominazioni e tipologie, forma un vero arcipelago di una “falsa socialità”. E’ alquanto irritante come taluni personaggi, dopo decenni di amministrazione con scadenti risultati, si rimettono in corsa attraverso questi sistemi meschini, mossi da ragioni lontane dai bisogni della collettività, con l’aggravio di voler rappresentare “il nuovo” solo perché si è riuscito a coinvolgere ignari, “condizionabili” baldi e seri giovanotti, di pura e candida immagine e altrettanta verginità politica.
La mediocrità, tesa a riproporre modelli e schemi che hanno visto la fortuna politica di tanti furbetti del quartierino, ma che mortificano gli attenti cittadini, tanti, che si dichiarano disgustati da tali atteggiamenti che sottendono a non dichiarabili giudizi di causa.
Spero che tanti, io compreso, faranno il possibile per sopravvivere in mezzo a questo “silenzioso frastuono” magari vivendo un po’ meglio sapendo che oltre le nubi c’è il sereno….come nel testo video di questo brano. Tanti strateghi militari che giocano alla guerra senza trovare la soluzione del conflitto, alla fine la soluzione la trovano al fronte, i militari che stanchi di rischiare e vogliosi di rivedere i propri cari, decidono l’armistizio e decretano la fine del conflitto.

11/15/2008

Libro d'Arte contenente 6 incisioni del Maestro Cargaleiro



Il Laboratorio/Le Edizioni di Vittorio Avella di Nola ha realizzato un libro d'arte in 75 copie numerate con sette poesie del Poeta italiano Mimmo Grasso, tradotte anche in portoghese, e sei incisioni del Maestro Manuel Cargaleiro, il quale ha disposto che ulteriori dieci copie del libro, numerate con lettere da a/l a l/l fossero destinate a finanziare la Fondazione di Vietri sul Mare.Tanto premesso, si partecipa che è possibile acquistare il libro d'arte di cui si tratta versando 1.000,00 Euro sul conto della Fondazione, che provvederà all'invio gratuito ed assicurato dello stesso..

11/12/2008

Compleanno in....Piazza.




VOCEDIPIAZZA COMPIE UN ANNO!

Il primo post a novembre dello scorso anno dal titolo: Un balcone sulla costiera: Raito.

Un omaggio al mio stupendo paesino, una prima frecciatina politica in stile di...piazza.

Voglio evitare ogni discorso retorico e riflessivo e quindi esterno la mia soddisfazione per un' iniziativa che non credevo potesse suscitare tanto interesse (15339 contatti ad oggi) e tantia interattività.

Grazie di vero cuore a tutti quelli che hanno visitato il blog, che hanno commentato i post, inviato mail .Grassetto

Grazie per avere alimentato questo mio inetersse civico e sostenuto questa iniziativa che, ormai, appartiene al mio codice genetico.


"Non avere paura di difendere le tue idee. A volte è meglio avere ragione da soli che torto in compagnia."


Salvatore Giordano

11/11/2008

Miriam Makeba artista anti-apartheid


Aveva appena finito di cantare, e insieme agli altri artisti salutava il pubblico. Poi, mentre tutti applaudivano, lei ha taciuto. Ha chiuso gli occhi ed è svenuta. Miriam Makeba è morta pochi minuti dopo in ospedale, per una crisi cardiaca. È successo a Castel Volturno (Caserta), dove la cantante sudafricana simbolo della lotta all'apartheid, l'artista nota nel mondo come Mama Africa, aveva accettato di esibirsi. Sebbene stanca e malata, non ha voluto dire di no agli organizzatori del concerto di solidarietà a Roberto Saviano. Soprattutto perché si sarebbe tenuto nel paese dove meno di due mesi fa sei innocenti ragazzi ghanesi, sono stati trucidati dalla camorra. Miriam Makeba aveva 76 anni. Dal 2005, dopo aver condotto una trionfale tournée in tutto il mondo, aveva cominciato a soffrire di gravi problemi fisici che la costringevano a muoversi in carrozzella.
Anche ieri mattina, durante la visita al centro d'assistenza Fernandez, si era presentata su una sedia a rotelle, accompagnata da sua nipote e da una badante. Aveva la febbre. In serata il concerto, e la sua esibizione che, verso le 21.30, seguiva in scaletta quella di Maria Nazionale. «Ha cantato davanti a poche decine di persone — racconta Jean Milongo, mediatore culturale del Fernandez — e lei sembrava infastidita. Parlando in inglese ha detto: mi avete fatto aspettare troppo tempo, e adesso non c'è più nessuno». Sebbene debilitata, la Makeba ha voluto ugualmente onorare il suo impegno. Stringendo il microfono tra le mani giunte, immobile su una sedia, ha cantato tre pezzi. Poi si è di nuovo rivolta al pubblico, composto quasi solo da africani che vivono nei ghetti di baracche e vecchie case cadenti sulla foce del Volturno: «Voleva andarsene, ma l'hanno trattenuta — aggiunge Milongo —. Hanno invocato "Pata Pata", e lei non ha saputo dire di no». Poi, poco prima che sul palco improvvisato calasse il sipario, il malore: «Erano tutti in piedi, c'era Idris che ringraziare. Io l'ho vista svenire mentre qualcuno cercava di sorreggerla. Mi sono avvicinato, ed ho sentito che urlavano: un medico, chiamate un medico.....

11/10/2008

La prima e seconda repubblica.


Conoscete la storia dell’uccellino che andò a beccare per terra le briciole di pane tra il bue e il carro? Potrà sembrare strano ma, anche da una storiella così in apparenza leggera, si possono trarre degli insegnamenti profondi.
Un agricoltore dopo aver portato il suo raccolto al mercato, nella via del rientro vista la giornata afosa, decise di fermarsi sotto un albero e di rifocillarsi. Seduto nel cassone incominciò a mangiare un tozzo di pane. Mentre mangiava, delle briciole caddero per terra, tra il carro e il bue che faceva da traino. Un uccellino si accorse di ciò e infilatosi sotto, saltellando incominciò a beccare quelle briciole. Improvvisamente l’agricoltore fu preso da repentino bisogno fisiologico e frettolosamente scese dal cassone e andò a cercarsi un luogo appartato. Per una ragione misteriosa che ancora non si riesce a spiegare, anche il bue sentì analogo bisogno, e una montagna di escrementi rovinò addosso al povero uccellino, seppellendolo. Una volpe che passava da quelle parti aveva osservato la scena e subito si precipitò sul luogo dell’accaduto.


“Oh, povero uccellino”, disse la volpe mentre girava, annusando, attorno a quella montagna, “dimmi dove sei che ti tiro fuori”. L’uccellino cercò di urlare, ma dalla gola gli uscì un suono strozzato, ma sufficiente alla volpe per individuare dove fosse. Con la zampa lo levò dalla cacca. “Povera creatura”, disse con fare quasi amorevole mentre lo ripuliva, “hai visto che ti ho tirato fuori da lì?”. L’uccellino fece per ringraziare ma non fece a tempo perché la volpe, completata la pulizia, lo divorò in un sol boccone. Questa favola ha una morale: non sempre chi ti mette nella merda vuole il tuo male, così come chi te ne tira fuori non vuole il tuo bene. Tutto questo a beneficio di coloro che continuano a ritenere che la prima repubblica ci abbia messo nella merda e la seconda ce ne abbia tirati fuori o almeno ci stia provando. Lo stesso dicasi per la nostra situazione Vietrese.Tanti i sostenitori del cambiamento per tiraci fuori dalla merda amminstrativa degli ultimi decenni.Ma attenzione alla volpe, spesso è in agguato in mezzo a loro!

Iniziativa Sociale..



Informagiovani di Vietri informa che è disponibile in rete il sito ufficilae http://www.inforvietri.it/


Inoltre segnala e promuove una importante iniziativa siociale denominata "La Banca del tempo" di cui si allega il manifesto esplicativo.


Ai ragazzi del punto Informagiovani di Vietri un saluto ed un "in bocca al lupo" per ogni iniziativa tesa a migliorare il contesto civile e sociale del nostro paese.


Vocidipiazza

11/05/2008

Lezione di democrazia.



Dai giornali alcuni spezzoni di titoli per Obama. In neretto ho sottolinetato alcune parole chiave.
Voltare pagina, tanti alle urne, valori di solidarietà, secelta storica, certezze, progetto, percorso,amore per la democrazia.
E' proprio vero che il vero cambiamento, se realmete voluto e sentito, lo decida il popolo.L'America è stata capace di una scelta unica nella sua storia, in modo netto e perentorio.
In altri paesi,dove la democrazia è solo una parola astratta, priva di significato, vincitori e vinti continuano la sfida elettorale anche dopo le elezioni, senza ritegno del proprio ruolo, senza pensare ai problemi della gente. Succede in Italia con Veltroni e Berlusconi. Il voler delegittimare in ogni occasione poteri e decisioni di chi governa al solo scopo politico e lontano da quelli reali .
In America chi vince governa per quattro anni e basta, nel bene e nel male, proprio come hanno fatto con la gestione Bush per ben otto anni. Adesso hanno deciso di cambiare, la vera democrazia ha deciso; niente giochetti, ne piazzate con bandiere e striscioni. Il conto si presenta alla fine. Prendiamo atto e riflettiamo sul vero significato di democrazia.

Dai giornali:

Chiaro e senza dubbi il titolo del Sole 24 Ore: ''Vince Obama, l'America volta pagina'', con un ''Da un secolo mai cosi' tanti alle urne'' nel sommario. Ma e' nel commento che segue che si legge quello che un po' tutti i commentatori indicano come il motivo, forse principale, della vittoria del democratico: la drammatica crisi finanziaria. Il voto a Obama va ricercato, scrive il Sole, in quei ''valori di solidarieta' necessari per superare una catastrofe finanziaria ed economica che ha precedenti solo nella Grande Depressione''. Non c'e' dubbio quindi che per il quotidiano economico ''l'elemento chiave per la svolta di Barack Obama e' stata la crisi economica''.

Il Corriere della Sera apre con un indicativo ''La lunga notte di Obama''. Altrettanto significativo l'occhiello: ''Casa Bianca, scelta storica''. Nel fondo di Massimo Gaggi si parla del ''Roosevelt nero, l'uomo che puo' salvare l'America dal tracollo con un altro 'new deal'''. Obama, spiega, ''ha raccolto larghi consensi tra i lavoratori e i ceti medi usciti impoveriti dal quarto di secolo dell''era Reagan'''. Ma ha tifato per lui ''perfino il mondo della finanza. Smarrita dalla crisi, l'America di oggi ha fame di certezze, ha bisogno di vedere un progetto, un percorso''.

La Repubblica titola: ''Obama verso la Casa Bianca'', con l'occhiello che spiega che ''Le proiezioni assegnano al candidato democratico gli stati chiave. Code record ai seggi: oltre 130 milioni di elettori rallentano lo spoglio''.Vittorio Zucconi, nel suo pezzo rileva che ''''il disastro della presidenza Bush'' e' ''la vera grande sconfitta di queste elezioni 2008 sconvolte dalla recessione''. L'America, con la vittoria di Obama, ''e' tornata ad innamorarsi della propria democrazia, che e' cambiata anche per noi, che le arranchiamo dietro''. Indicativo il titolo dell'edizione on line, evidentemente aggiornata: ''Obama presidente. L'America cambia pelle''.

11/04/2008

Le scelte importanti si fanno a mente sgombra.



Spesso mi capita trovarmi a parlare di politica, sia essa legata i grandi temi d’interesse nazionale che quella più spicciola e pragmatica del nostro comune.
Sembra che le due cose siano senza collegamento con interessi chiaramente divergenti. Parlare dei problemi di attualità politica, come ad esempio quelli della scuola piuttosto di quelli dell’università, a finire a quelli dell’economia, sembra non appartenere alla nostra realtà. Diventa invece prioritario ogni argomento attinente alla politica locale, il toto sindaco e tutte le varie tattiche e strategie in vista delle elezioni comunali, quasi una sfida, un rompicapo a chi azzecca la notizia vincente.
I problemi delle comunità, come ad esempio il buco finanziario nel bilancio comunale e le scellerate manovre in materia finanziaria dell’ultima amministrazione comunale, passano in secondo piano. A nessuno sembra interessare, nessuna discussione o altro che apra dibattiti e tribune.
Al momento ogni interesse è rivolto alla ricerca della combinazione vincente che consenta di sbancare il campo a ogni concorrente e lanciarsi in una nuova, avvincente, avventura amministrativa.
Una vera avventura attende i prossimi amministratori vietresi, ma sono convinto che tanti, presi nel gioco, neanche se ne rendano conto. Un comune fallimentare e con importanti nodi da risolvere, come ad esempio quello della società Vietri Sviluppo, della gestione del personale, del ripristino dell’area demaniale, e ancora, la raccolta differenziata da avviare e per finire al non meno importante, problema della viabilità. Tanti altri ancora per una lista lunghissima e impossibile da elencare.
La politica segna il passo al vissuto di paese. Importanti problematiche di primaria importanza per la comunità trovano ostacoli insormontabili, non per divergenze politiche, com’è da attendersi, ma esclusivamente per incompatibilità relazionali tra le persone. Screzi, antipatie, risentimenti e piccole vendette diventano argomenti prioritari nelle discussioni e ostacolano il vero corso della politica.
Una rappresentazione antica e bigotta di relazionarsi, frutto di un retaggio sociale e culturale che ancora si riesce a esprimere ai giorni nostri. A nessuno sembra interessare la crisi economica del comune, il suo indebitamento, la difficoltà di garantire servizi di base, il tornare a uno incipit di legalità e democrazia. Pochi sanno che il federalismo fiscale non consente alcun ripiano di debiti frutti di gestioni scellerate, ma stringe tutti i cittadini in una morsa fiscale insostenibile e senza possibilità di uscita. Allo stesso tempo riduce i servizi e limita anche quelli più legittimi per una comunità.
Amministrare in questo scenario non è una moda, uno sfizio, una forma di ostentazione sociale per i meno abbienti. Rappresenta una vera responsabilità che non ammette qualunquismo e incompetenze, ma una vera scelta di vita e di responsabilità civile e morale.
Mi risulta, a oggi, che non vi sia una siffatta presa di coscienza, e tra ignoranza e superficialità, si continua con i soliti vecchi retaggi e preconcetti a illudere e promettere privilegi e prebende al fine di un sostegno elettorale.
Il ripiano della situazione finanziaria fuori controllo in una comunità per buona parte “dichiaratamente indigente” e quindi riluttante a ogni forma di tributo, il vero aspetto nodale delle prossime gestioni amministrative. La nuova legislazione in materia fiscale non lascia scampo, il fallimento di alcuni comuni, la dimostrazione. L’altra soluzione che a pagare i debiti siano i nostri figli, nipoti e pronipoti, su cui ripartiamo, come eredità, un debito sociale, un mutuo a vita senza averne mai conosciuti il motivo né le ragioni.
Come dice il mitico Alberoni, le scelte più importanti si fanno a mente sgombra. La soluzione è sotto i nostri occhi, a portata di mano, ma nessuno la vede, perché distolti da stimoli, interessi e personalismi che ci portano sulla strada sbagliata.



I vecchi politici hanno questo limite, perché la loro mente è offuscata da meccanismi di potere che li rende avidi e senza la necessaria lucidità di trovare le giuste soluzioni.
In più, questi personaggi hanno determinato ,nel tempo, dei veri modelli a cui tendere , delle logiche del fare e del pensare che, nonostante il degrado in cui ci hanno relegato, ancora affascinano e addirittura fanno proseliti.
Auspicarsi un vero ricambio di persone e d’indirizzo amministrativo significa avere uomini al timone con la mente libera che, se capaci e competenti, hanno maggiore possibilità di vedere la soluzione ai nostri tanti problemi. La soluzione, per certi versi, è a portata di mano. Basta prenderla con coraggio e convinzione.