Spesso mi capita trovarmi a parlare di politica, sia essa legata i grandi temi d’interesse nazionale che quella più spicciola e pragmatica del nostro comune.
Sembra che le due cose siano senza collegamento con interessi chiaramente divergenti. Parlare dei problemi di attualità politica, come ad esempio quelli della scuola piuttosto di quelli dell’università, a finire a quelli dell’economia, sembra non appartenere alla nostra realtà. Diventa invece prioritario ogni argomento attinente alla politica locale, il toto sindaco e tutte le varie tattiche e strategie in vista delle elezioni comunali, quasi una sfida, un rompicapo a chi azzecca la notizia vincente.
I problemi delle comunità, come ad esempio il buco finanziario nel bilancio comunale e le scellerate manovre in materia finanziaria dell’ultima amministrazione comunale, passano in secondo piano. A nessuno sembra interessare, nessuna discussione o altro che apra dibattiti e tribune.
Sembra che le due cose siano senza collegamento con interessi chiaramente divergenti. Parlare dei problemi di attualità politica, come ad esempio quelli della scuola piuttosto di quelli dell’università, a finire a quelli dell’economia, sembra non appartenere alla nostra realtà. Diventa invece prioritario ogni argomento attinente alla politica locale, il toto sindaco e tutte le varie tattiche e strategie in vista delle elezioni comunali, quasi una sfida, un rompicapo a chi azzecca la notizia vincente.
I problemi delle comunità, come ad esempio il buco finanziario nel bilancio comunale e le scellerate manovre in materia finanziaria dell’ultima amministrazione comunale, passano in secondo piano. A nessuno sembra interessare, nessuna discussione o altro che apra dibattiti e tribune.
Al momento ogni interesse è rivolto alla ricerca della combinazione vincente che consenta di sbancare il campo a ogni concorrente e lanciarsi in una nuova, avvincente, avventura amministrativa.
Una vera avventura attende i prossimi amministratori vietresi, ma sono convinto che tanti, presi nel gioco, neanche se ne rendano conto. Un comune fallimentare e con importanti nodi da risolvere, come ad esempio quello della società Vietri Sviluppo, della gestione del personale, del ripristino dell’area demaniale, e ancora, la raccolta differenziata da avviare e per finire al non meno importante, problema della viabilità. Tanti altri ancora per una lista lunghissima e impossibile da elencare.
La politica segna il passo al vissuto di paese. Importanti problematiche di primaria importanza per la comunità trovano ostacoli insormontabili, non per divergenze politiche, com’è da attendersi, ma esclusivamente per incompatibilità relazionali tra le persone. Screzi, antipatie, risentimenti e piccole vendette diventano argomenti prioritari nelle discussioni e ostacolano il vero corso della politica.
Una rappresentazione antica e bigotta di relazionarsi, frutto di un retaggio sociale e culturale che ancora si riesce a esprimere ai giorni nostri. A nessuno sembra interessare la crisi economica del comune, il suo indebitamento, la difficoltà di garantire servizi di base, il tornare a uno incipit di legalità e democrazia. Pochi sanno che il federalismo fiscale non consente alcun ripiano di debiti frutti di gestioni scellerate, ma stringe tutti i cittadini in una morsa fiscale insostenibile e senza possibilità di uscita. Allo stesso tempo riduce i servizi e limita anche quelli più legittimi per una comunità.
Amministrare in questo scenario non è una moda, uno sfizio, una forma di ostentazione sociale per i meno abbienti. Rappresenta una vera responsabilità che non ammette qualunquismo e incompetenze, ma una vera scelta di vita e di responsabilità civile e morale.
Mi risulta, a oggi, che non vi sia una siffatta presa di coscienza, e tra ignoranza e superficialità, si continua con i soliti vecchi retaggi e preconcetti a illudere e promettere privilegi e prebende al fine di un sostegno elettorale.
Il ripiano della situazione finanziaria fuori controllo in una comunità per buona parte “dichiaratamente indigente” e quindi riluttante a ogni forma di tributo, il vero aspetto nodale delle prossime gestioni amministrative. La nuova legislazione in materia fiscale non lascia scampo, il fallimento di alcuni comuni, la dimostrazione. L’altra soluzione che a pagare i debiti siano i nostri figli, nipoti e pronipoti, su cui ripartiamo, come eredità, un debito sociale, un mutuo a vita senza averne mai conosciuti il motivo né le ragioni.
Come dice il mitico Alberoni, le scelte più importanti si fanno a mente sgombra. La soluzione è sotto i nostri occhi, a portata di mano, ma nessuno la vede, perché distolti da stimoli, interessi e personalismi che ci portano sulla strada sbagliata.
I vecchi politici hanno questo limite, perché la loro mente è offuscata da meccanismi di potere che li rende avidi e senza la necessaria lucidità di trovare le giuste soluzioni.
In più, questi personaggi hanno determinato ,nel tempo, dei veri modelli a cui tendere , delle logiche del fare e del pensare che, nonostante il degrado in cui ci hanno relegato, ancora affascinano e addirittura fanno proseliti.
Auspicarsi un vero ricambio di persone e d’indirizzo amministrativo significa avere uomini al timone con la mente libera che, se capaci e competenti, hanno maggiore possibilità di vedere la soluzione ai nostri tanti problemi. La soluzione, per certi versi, è a portata di mano. Basta prenderla con coraggio e convinzione.
Una vera avventura attende i prossimi amministratori vietresi, ma sono convinto che tanti, presi nel gioco, neanche se ne rendano conto. Un comune fallimentare e con importanti nodi da risolvere, come ad esempio quello della società Vietri Sviluppo, della gestione del personale, del ripristino dell’area demaniale, e ancora, la raccolta differenziata da avviare e per finire al non meno importante, problema della viabilità. Tanti altri ancora per una lista lunghissima e impossibile da elencare.
La politica segna il passo al vissuto di paese. Importanti problematiche di primaria importanza per la comunità trovano ostacoli insormontabili, non per divergenze politiche, com’è da attendersi, ma esclusivamente per incompatibilità relazionali tra le persone. Screzi, antipatie, risentimenti e piccole vendette diventano argomenti prioritari nelle discussioni e ostacolano il vero corso della politica.
Una rappresentazione antica e bigotta di relazionarsi, frutto di un retaggio sociale e culturale che ancora si riesce a esprimere ai giorni nostri. A nessuno sembra interessare la crisi economica del comune, il suo indebitamento, la difficoltà di garantire servizi di base, il tornare a uno incipit di legalità e democrazia. Pochi sanno che il federalismo fiscale non consente alcun ripiano di debiti frutti di gestioni scellerate, ma stringe tutti i cittadini in una morsa fiscale insostenibile e senza possibilità di uscita. Allo stesso tempo riduce i servizi e limita anche quelli più legittimi per una comunità.
Amministrare in questo scenario non è una moda, uno sfizio, una forma di ostentazione sociale per i meno abbienti. Rappresenta una vera responsabilità che non ammette qualunquismo e incompetenze, ma una vera scelta di vita e di responsabilità civile e morale.
Mi risulta, a oggi, che non vi sia una siffatta presa di coscienza, e tra ignoranza e superficialità, si continua con i soliti vecchi retaggi e preconcetti a illudere e promettere privilegi e prebende al fine di un sostegno elettorale.
Il ripiano della situazione finanziaria fuori controllo in una comunità per buona parte “dichiaratamente indigente” e quindi riluttante a ogni forma di tributo, il vero aspetto nodale delle prossime gestioni amministrative. La nuova legislazione in materia fiscale non lascia scampo, il fallimento di alcuni comuni, la dimostrazione. L’altra soluzione che a pagare i debiti siano i nostri figli, nipoti e pronipoti, su cui ripartiamo, come eredità, un debito sociale, un mutuo a vita senza averne mai conosciuti il motivo né le ragioni.
Come dice il mitico Alberoni, le scelte più importanti si fanno a mente sgombra. La soluzione è sotto i nostri occhi, a portata di mano, ma nessuno la vede, perché distolti da stimoli, interessi e personalismi che ci portano sulla strada sbagliata.
I vecchi politici hanno questo limite, perché la loro mente è offuscata da meccanismi di potere che li rende avidi e senza la necessaria lucidità di trovare le giuste soluzioni.
In più, questi personaggi hanno determinato ,nel tempo, dei veri modelli a cui tendere , delle logiche del fare e del pensare che, nonostante il degrado in cui ci hanno relegato, ancora affascinano e addirittura fanno proseliti.
Auspicarsi un vero ricambio di persone e d’indirizzo amministrativo significa avere uomini al timone con la mente libera che, se capaci e competenti, hanno maggiore possibilità di vedere la soluzione ai nostri tanti problemi. La soluzione, per certi versi, è a portata di mano. Basta prenderla con coraggio e convinzione.
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