2/26/2009

Dentro la notizia.

La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola.(E.Biagi) 


Caro Direttore,
apprezzo la tua scaltrezza giornalistica nel voler toccare un argomento che al momento suscita interesse e curiosità nei cittadini vietresi. Ma chi saranno i candidati a Sindaco alle prossime elezioni amministrative?
Nel tuo articolo apparso oggi sul Corriere del Mezzogiorno   sottolinei l'incertezza e la frantumazione politica che, ad oggi, sembra caratterizzare la situazione a Vietri.
Ma poi ti sei lasciato andare ad un ipotetico totosindaco con tanto di considerazioni che, da addetto ai lavori, mi sono sembrati più una tua opinione e, non tanto velata, simpatia per il candidato Cesare Marciano.
Non comprendo cosa ti faccia affermare che al momento quest'ultimo sia avvantaggiato rispetto ad altri papapili che di seguito hai citato.Anzi, questa tue affermazioni potrebbero  alimetare il solito mormorio dei pettegoli che vogliono Marciano essere sotenuto da un particolare settore impreditoriale locale, di cui peraltro è competente.E poi perchè martoriare Carlo Sciortino e la Schiavone?Credevo fossero tuoi amici!
Li consideri tra le anime più disparate della politica Vietrese , forse il tuo  modo di esprimere un complimento, visto che, come ben sai, quelli che sostengono il buon Cesare e qualche altro importante candidato, l'anima se la sono già venduta a caro prezzo.
Infine da allievo e tuo estimatore , consentimi di dirti che non hai centrato la notizia. L'avvocato Fasano non è mai stato indicato  candidato a Sindaco dalla Democrazia Cristiana.Alla fine potrebbe anche essere uno dei candidati, ma forse espressione di qualche altra lista o partito.
Sai bene caro Antonio, che noi si legge tra le righe, per questo  che, come già ebbi a scriverti in un'altra occasione, i grandi giornalisti, anche se di nota ideologia politica, non sono mai di parte e non si inchinano al volere del padrone. Trovarne uno "libero di esprimersi" è oggi una vera utopia.
Cordialmente
Vocidipiazza

2/23/2009

Il cambiamento politico per Vietri: più sostanza e meno discriminazioni.

Tutti sostengono che bisogna cambiare, ma sembra invece di vivere al rallentatore, quasi da fermo, quello che è invece un importante mutamento d’epoca. Fra massimo vent’anni (e anche meno), nulla sarà più come prima; tuttavia, se continua così, sentiremo ancora i ragionamenti degli ultimi trent’anni (come minimo, e che non siano quelli degli ultimi sessanta). La voglia di trovare anche a Vietri un filone amministrativo nuovo si infrange contro le ridotta capacità di comprendere l’importanza di dotare il nostro comune di un nuovo modello di gestione.
Nell’aria non si respira l’aria di una società civile che vuole risalire la china, che vuole reagire al degrado in cui si ritrova miseramente insabbiata. Alla fine a menare le danze sono sempre i soliti artefici, che da questo torpore civico, specie del mondo giovanile, ritrovano la solita linfa ed energia per riproporre i vecchi e collaudati sistemi di potere. Del resto, ho stimato come la vera società vietrese “politicamente attiva” si riconduca al massimo ad una centinaia di persone che si vedono, si incontrano, si accoppiano e poi si separano, in un balletto di accordi e promesse da fare invidia agli anni del pentapartito.
Alla fine, come succede da anni, la montagna partorirà il topolino, e la voglia, meglio, la necessità, di un nuovo corso amministrativo si inabisserà nelle paludi della vecchia nomenklatura vietrese. Non mi sento di dare la colpa a questi professionisti della politica locale che da anni si impegnano e lavorano per realizzare questo processo. Neanche posso appellarmi al disinteresse generale di una comunità che, di fatto, non ritengo civicamente capace di sostenere un tale processo.
A vedere e sentire quanti si dipanano in questo periodo di preparazione alle elezioni amministrative, se si esclude i soliti noti, non mi sembra siano maturate in questi anni coscienze civiche e politiche tali da realizzare la grande stagione del cambiamento che riponi speranza per il futuro.
Le attenzioni su come riempire una lista vincente, la distribuzione di cariche e mansioni sembra il solo importante argomento al centro di ogni conversazione e riunioni “segrete”.
Mai fino ad oggi ho sentito parlare di come si intende governare all’insegna di un vero processo di cambiamento, nessun schema ne’- modello di “governance” al centro di discussioni tra quanti intendono aggregarsi per una “santa alleanza”.
L’anello debole della catena sembra, ad oggi, l’assenza di vere personalità di spicco che possono esprimere idee programmatiche precise e definite, almeno se si attiene ai capitoli essenziali da cui ripartire per la nostra ripresa, e quindi coagulare introno a se consenso e partecipazione attiva di quella società civile che volutamente evita ogni contatto con una classe politica che ha perso ogni credibilità.
Gli interessi personali e di “bottega”, diretti e indiretti, sembrano ad oggi ancora l’unica ragione per cui partecipare e vincere. Nonostante i tempi e le congetture economiche non prospettano anni tranquilli e di semplice gestione amministrativa, non matura la coscienza per comprendere come solo attraverso un progetto di riqualificazione del nostro territorio che sarà possibile quella ripresa economica fondamentale per favorire ogni genere di impresa e di attività, aprire prospettive per il lavoro giovanile e, per i semplici cittadini, favorire servizi per una migliore qualità della vita. Le strette economiche cui tutti i comuni devono fare fronte in virtù di un patto di stabilità finanziaria, ma di enorme rischio di instabilità gestionale, dovrà necessariamente favorire una “governance” partecipata e responsabile di tutta la comunità.
Scusate mi squilla il telefonino. I soliti amici che mi aggiornano sugli sviluppi delle alleanze. Il borsino di che sale e chi scende, poi l’invito a partecipare all’ennesimo incontro politico, ma ancora nessuna stesura programmatica su cui fondare una vera intesa si prospetta in lontananza. Neanche il metodo si vuole cambiare. Vi anticipo come il mio impegno, in tal senso, espresso in un gruppo politico, ha trovato difficoltà insormontabili, tali da ritenere concluso un primo ciclo con un evidente “nulla di fatto”. Riparto con pochi amici che condividono l’idea che il processo di cambiamento necessario per Vietri possa essere di tutti, senza discriminazione e senza facili moralismi. Bisogna sostenerlo e proporlo con fatti concreti, idee e professionalità, quali unici criteri di discriminazione.

2/22/2009

Il primo ex democristiano alla guida del centrosinistra


Il nuovo segretario del Pd, Dario Franceschini, ha cinquant'anni, tre in meno di Walter Veltroni. La sua è una lunga storia politica, cominciata negli anni '70 a Ferrara, la città dove è nato. Una storia "democristian"», anche se orientata a sinistra, che fa della sua elezione come segretario del Pd un fatto storico: Franceschini è infatti il primo ex democristiano a guidare il principale partito del centrosinistra italiano dove sono confluiti gli eredi del vecchio Pci. Figlio di un ex partigiano cattolico, avvocato civilista, sposato con Silvia, padre di due figlie (Caterina e Maria Elena), Franceschini si è avvicinato allo scudo crociato già ai tempi del liceo, quando la quasi totalità del mondo giovanile guardava a sinistra.

Nel '74, a sedici anni, dà vita a un gruppo di studenti centristi e di lì a poco diventa il responsabile provinciale dei giovani Dc. La sua formazione è quella dei cattolici democratici: la "Lettera a una professoressa" di Don Milani, l'antifascismo di don Primo Mazzolari (il prete partigiano autore di «Il compagno Cristo»), la dottrina sociale della Chiesa, il Concilio Vaticano II. Franceschini, considerato da molti una sorta di "gemello" di Veltroni nel campo cattolico, sceglie da subito la collocazione nella sinistra democristiana: il suo faro è Benigno Zaccagnini, il segretario eletto dalla Dc per recuperare consensi nella società italiana dopo la cocente sconfitta del referendum sul divorzio. Capelli lunghi e barba rossa, il giovane Franceschini matura convinzioni progressiste, che cerca di portare all'interno del suo partito. «Cercavo di cambiarlo dall'interno senza distruggerlo» dirà anni dopo. Suoi compagni di strada sono altri giovani della sinistra democristiana come Renzo Lusetti e Pierluigi Castagnetti.

Si fa le ossa scrivendo per il settimanale del partito "La Discussione". Quando la Dc si scioglie, dopo la bufera di Tangentopoli, aderisce al Ppi, ma la scelta del segretario Mino Martinazzoli, alle elezioni del 1994, di correre fuori dagli schieramenti, non lo convince: Franceschini avrebbe voluto stringere subito un'alleanza con il Pds di Achille Occhetto, quindi lascia i popolari e approda ai cristiano sociali, il partito dei cattolici di sinistra. In questa fase si candida a sindaco di Ferrara, con l'appoggio di Verdi e Laburisti, e raccoglie il 20% dei voti. Torna nel Ppi non appena viene approvata la scelta di campo in favore dell'Ulivo.

La sua ascesa comincia dal 2001, quando viene eletto alla Camera e diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo D'Alema. Nella Margherita, il partito nato dall'incontro dei popolari con Rutelli, scala i vertici arrivando all'incarico di coordinatore. Da lì compie il balzo verso la presidenza del gruppo parlamentare dell'Ulivo alla Camera. Al momento della fondazione del Pd è lui il candidato naturale per fare da numero due a Veltroni, con il quale compone il ticket che sfida Berlusconi alle politiche del 2008.

Con un romanzo ha battuto Veltroni. Tra le affinità che lo legano al segretario uscente, oltre all'interesse per l'Africa, c'è la passione letteraria, che lo ha portato a scrivere due romanzi: il primo "Nelle vene quell'acqua d'argento" (Bompiani) ha battuto il romanzo di Veltroni "La scoperta dell'alba" al premio Chambery che si svolge ogni anno in Francia per selezionare la migliore opera prima italiana.

2/17/2009

Elezioni in Sardegna/ Trionfa il Centrodestra con Cappellacci. Soru a meno 9 punti. Crolla il Pd



 Ugo Cappellacci è il nuovo Governatore della Sardegna e batte nettamente alle elezioni regionali il presidente uscente, Renato Soru. Quando sono state scrutinate 1.644 sezioni su 1.812, il candidato del Popolo della Libertà - sostenuto da Silvio Berlusconi durante la lunga campagna elettorale - ottiene il 51,86%, mentre quello del Pd si ferma al 42,94%.
Intorno all'una di notte, Soru ha chiamato il vincitore: "Si è a metà dei seggi scrutinati e rimane un divario di cinque punti, il dato quindi è abbastanza stabilizzato. Ho chiamato Ugo Cappellacci, ma era occupato e non ci ho parlato. L'ho chiamato per augurare buon lavoro a lui e alla Sardegna per i prossimi cinque anni". Un altro pesante ribaltone, dunque, (il secondo in pochi mesi dopo quello in Abruzzo) del Centrodestra sul Centrosinistra. Una vittoria che Berlusconi potrà annettersi quasi totalmente: "Ci ho messo la faccia - ha detto dopo i primi risultati -. Non potevo perdere...".
Eppure Renato Soru ha conquistato quasi cinque punti in più della sua coalizione, mentre Cappellacci ne ha presi esattamente cinque in meno. Ed è proprio qui il disastro numerico del Centrosinistra. Alle Politiche dell'anno scorso, Partito Democratico e Italia dei Valori insieme conquistarono il 40,2% finendo sconfitti di poco meno di tre punti: Popolo della Libertà e Mpa presero, insieme, il 43,1%. E' pur vero che, questa volta, insieme al Pdl si è schierato l'Udc che, alle Politiche prese il 5,6%, ma col Centrosinistra, oggi, c'erano Rifondazione Comunista e Pdci che alle Politiche, come Sinistra Arcobaleno, raggiunsero il 3,1%. Insomma, la differenza tra le due coalizioni sale al 17 per cento. All'interno di ciascuna, poi, diversi i movimenti significativi. Il Pd scende di undici punti dal 36,2% al 25%, mentre l'Idv sale dal 4% al 5,1%. Nel Centrodestra anche il Pdl cala in modo significativo passando dal 42,4% delle Politiche al 30,67%. Calo ampiamente recuperato dai Riformatori (6,86%) e dall'Udc che porta alla coalizione addirittura l'8,96%. Moltissime le schede nulle.
PARTECIPAZIONE IN CALO - E' del 67,58% il dato definitivo sull'affluenza alle urne in Sardegna per l'elezione del governatore e il rinnovo del Consiglio regionale. La percentuale è stata rilevata alle 15 di lunedì, alla chiusura dei seggi. Nelle Regionali del 2004 aveva votato il 71,2% degli aventi diritto, un calo quindi del 3,62%. Secondo i dati diffusi dalla Regione, la provincia dove si è votato di più è Sassari con il 69,19 %. Quella con l'affluenza più bassa è stata Carbonia-Iglesias con il 64,50%. Nel Cagliaritano la percentuale è stata del 67,58% Nel Medio Campidano ha votato il 64,96%, nel Nuorese il 69,54%, in Ogliastra il 67,14%, in Gallura il 68,85%, nell'Oristanese il 65,72%.

2/13/2009

La Costituzione non si difende in piazza ma tutelando la dignità e la vita


Per il Pd la vicenda di Eluana dimostra che la Costituzione è in pericolo e che occorra scendere in piazza per difenderla. A parte che sembra un po’ strano invocare la difesa di Napolitano assieme a Di Pietro, l’unico politico italiano indagato per offesa all’onore del capo dello Stato e assieme Scalfaro, il presidente ricordato per il grande “ribaltone” del 1994.
Ma la questione è un’altra e molto più seria. L’idea di fondo che questa manifestazione vuole trasmettere, a parte i soliti deliri sui golpe e i complotti, è quella secondo cui coloro che hanno sostenuto le ragioni del papà di Eluana hanno inverato la Costituzione, gli altri che le hanno osteggiate e contraddette, tradivano la Costituzione.
Ho cercato diverse dichiarazioni e letto sull'argomento al fine di trovare una confutazione di questa stravagante posizione, quando mi sono imbattuto nell'intervento dell’ex presidente del Senato, Marcello Pera, in sede dichiarazione di voto sulla mozione approvata dal Senato martedì scorso. Me la sono letta e riletta e ho trovato che non c’era molto altro da aggiungere. Leggete anche voi l’intervento di Marcello Pera e capirete perché i difensori della Costituzione non sono quelli a piazza Santi Apostoli.

2/08/2009

Eluana, le tappe della vicenda.


Di seguito riporto le varie tappe della vicenda di Eluana Englaro. Una vicenda che stà assumendo toni grotteschi e indegni di un  paese civile e democratico.
La bioetica da anni rappresenta un tema di grande interesse internazionale in ambito scientifico e politico.. L'evoluzione della ricerca scientifica ha indotto tante discussioni in merito. A partire dalla legge sull'aborto, la prima in ordine ai temi riferiti al diritto alla vita, per passare alla vicenda della pecora Dolly sulla clonazione, fino al caso Eluana sul grande tema dell'eutanasia.
Credo che non vi siano carte costituzionali e ne decreti legge che possano risolvere tante problematiche in merito al diritto alla vita.La sentenza della Corte Costituzionale e la seguente presa di posizione del Presidente Napolitano esprimono, a mio avviso, tutti i limiti in della nostra carta costituzionale, spesso troppo datata  su tematiche in evidente evoluzione.
Mettere mano alla Carta costituzionale è una necessità di un Paese che vuole camminare al passo con i tempi.
Farlo in modo limpido e democratico, coinvolgento tute le forze dell'arco costituzionale un dovere ed un obbligo fondamentale. Nel  fallimneto della commissione Bicamerale per le riforme costituzionale istituita nel 1997 forse le responsabilità maggiori della morte di Eluana. In quella commissione, oltre a Berlusconi vi era D'alema presidente, Cossutta, Salvi, Boato, ecc.. tanti esponenti della Sinistra radicale che oggi sfilavano sotto il Parlamento in difesa di quella Costituzione che non sono riusciti a rendere più rappresentativa delle esigenze di un paese moderno.
 Adesso abbiano il coraggio di approvare il DLG di Berlusconi e diano il diritto alla vita di Eluana,ammettano il fallimento della bicamerale, il fallimento del loro essere Parlamentari eletti dal Popolo e gettino la maschera della demagogia e ipocrisia politica, evitando di eleggere Eluana a martire della nostra vergognosa democrazia.

18 gen 1992 - dopo un incidente d'auto, Eluana, 20 anni, entra in uno stato vegetativo. È ricoverata a Lecco.
1993 - dopo un anno, la regione superiore del cervello di Eluana è andata incontro a una degenerazione definitiva. I medici non lasciano alcuna speranza di ripresa.
1994 - Eluana entra nella casa di cura di Lecco "Beato L. Talamoni", delle suore misericordine. Deve essere alimentata con un sondino nasogastrico e idratata.
1999 - Beppino Englaro chiede al tribunale di Lecco di poter rifiutare l'alimentazione artificiale della figlia. Ma i giudici dicono no.
2000 - Beppino si rivolge anche al presidente Ciampi, e dice che Eluana aveva detto che non avrebbe mai accettato di vivere in quelle condizioni.
2003 - Viene ripresentata la richiesta di lasciar morire Eluana, ma tribunale e Corte d'Appello la respingono. E così accadrà ancora nel 2006.
2005 - il 20 aprile la Cassazione avalla la decisione dei giudici milanesi presa nel 2003, ma apre uno spiraglio alla richiesta del padre, ritenendo che la stessa non poteva essere accolta perchè, tra l'altro, mancavano «specifiche risultanze» sulle reali volontà della ragazza.
2007 - 16 ottobre la Cassazione rinvia di nuovo la decisione alla Corte d'Appello di Milano, sostenendo che il giudice può autorizzare l'interruzione in presenza di due circostanze concorrenti: lo stato vegetativo irreversibile del paziente e l'accertamento che questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione del trattamento.
9 luglio 2008 - la Corte d'appello di Milano riesamina la vicenda e autorizza la sospensione dell'alimentazione.
16 luglio 2008 - Camera e Senato sollevano un conflitto di attribuzione contro la Cassazione, il caso finisce in Corte Costituzionale.
3 setttembre 2008 - La famiglia chiede alla Regione Lombardia di indicare una struttura dove eseguire quanto stabilito dalla Corte d'appello, cioè interrompere definitivamente l'alimentazione artificiale e l'idratazione. Ma la Regione dice no.
8 ottobre 2008 - La Corte Costituzionale dà ragione a Cassazione e Corte d'Appello (che avevano stabilito le condizioni per l'interruzione dell'alimentazione).
11 ottobre 2008 - Le condizioni di Eluana si aggravano a causa di un'emorragia interna.
16 dicembre 2008 - Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi firma un atto di indirizzo per le Regioni al fine di «garantire a qualunque persona diversamente abile il diritto alla nutrizione e idratazione» in tutte le strutture del Servizio sanitario nazionale, precisando che lo stop a tali trattamenti nelle strutture del Ssn è «illegale».
22 dicembre 2008 - La Corte europea per i diritti dell'uomo respinge, giudicandolo «irricevibile», il ricorso presentato da diverse associazione contro la sentenza della Corte d'appello di Milano che autorizza il distacco del sondino per l'alimentazione artificiale ad Eluana.
16 gennaio 2009 - La Clinica "Città di Udine" rinuncia ad accogliere Eluana, per il «groviglio» di norme amministrative e la possibile sovrapposizione di competenze esistenti tra Stato e Regioni. Secondo la clinica, alla luce soprattutto dell'atto di indirizzo, il ministro potrebbe prendere iniziative che metterebbero a repentaglio l'operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone
17 gennaio 2009 - Il ministro del welfare, Maurizio Sacconi, è indagato dalla Procura di Roma con l'accusa di violenza privata, in merito al caso di Eluana Englaro. Gli atti sono predisposti in seguito ad una denuncia dei radicali.

2/07/2009

Per Eluana una esecuzione pubblica.

Mi associo e condivido quanto scrive Scienza & Vita alla notizia della decisione della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro.




“Consapevoli che la sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione in riferimento al caso di Eluana Englaro non possa non essere rispettata e applicata, ci permettiamo però, da liberi cittadini di uno Stato libero, di dissentire. E chiediamo che alla lunga fine di Eluana, proprio perché si tratta di una vera e propria condanna a morte in età repubblicana, non solo assistano alcuni testimoni, ma possa essere registrata in video e messa a disposizione di quanti ne facciano richiesta. Come accade nei Paesi che prevedono la pena di morte per i propri cittadini. Così i nostri figli e i nostri nipoti potranno scoprire come un cittadino italiano possa essere condannato da un giudice di uno Stato civile e democratico a morire di fame e di sete”. Questa la reazione dell’Associazione Scienza & Vita alla sentenza che “condanna a morte Eluana”.
“La decisione della Suprema Corte – osserva l’Associazione – di fatto autorizza la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione che restano secondo noi, e anche per una larghissima parte dell’opinione pubblica italiana, semplici sostegni vitali e non terapie”.
“Da questa scelta consegue – rimarca Scienza & Vita – un’interpretazione riduttiva della vita, quale non degna di essere vissuta. E soprattutto l’idea che la vita umana sia disponibile. Ovvero, che ciascuno di noi possa esercitare addirittura un diritto di morire con il corrispettivo dovere di uccidere (perché qualcuno deve pure eseguire la sentenza). Diritto di morire che non è contemplato nella Costituzione e che sfida il criterio umanistico del favor vitae a cui essa si ispira”.

2/06/2009

MPA a Vietri

Il giorno 13 febbraio si svolgerà a Molina l'innagurazione della nuova sede del movimento politico denominato MPA (Movimento Politico per le Autonomie.)
A renderlo noto è Alfonso Della Corte quale  referente locale del movimento politico che stà riscuotendo consensi e adesioni in tutta la nostra  provincia . L' affermazione del Movimento Politico trova la sua massima espressione in Sicilia , dove ha trionfato alle ultime elzioni regionali con  Raffaele Lombardo, oggi leader nazionale del Movimento.
Per Alfonso Della Corte la continuazione del suo impegno in politica che, di recente, lo ha visto attivista dei Circoli della Libertà.
Ad Alfonso un augurio e la speranza che possa contribuire alla ripresa civica e politica del nostro territorio.
Vocidipiazza

2/03/2009

Rien va plus, les jeux sont faits

Rien ne va plus
e salta la pallina in mezzo a quella grande ruota,
un solo punto verde tra il rosso e il nero,
l'incognita apparente di uno zero........
 
Non si punta, il gioco è fatto! Lo dichiara il banco appena la pallina comincia a girare.
La pallina della roulette politica vietrese invece è in pieno del suo gioco!
Al tavolo tanti giocatori, molti esperti , navigati del tavolo verde, tanti altri poco avvezzi all'azzardo ma  alle prese con i segreti e il fascino del gioco!
L'esperienza di Cesare è uno spettacolo tutto da vedere. Punta le sue fiches sul tavolo con una sicurezza strabiliante. Incanta la sua classe, un sorriso alle signore, mentre con lo sguardo segue il tavolo accanto.
E' straordinario come riesca a giocare contemporaneamente su più tavoli, con la destrezza ed eleganza dei veri giocatori di professione. La pallina inizia a girare, verde, rosso, nero, sembra che qualsisi colore esca gli vada bene! La puntata multipla non lascia mai a mani vuote l'abile giocatore.
Ma che strano, le fiches sembrano sempre le stesse, qualcosa non convince il croupier... Cesare non è nuovo ad allontanamenti dal tavolo per gioco scorretto, ma nonostante tutto, lo governa .....
Altri scaltri giocatori, frutto dei suoi insegnamenti, seguono con attenzione le sue giocate. Il tentaivo di imitarli la ragione della loro vita. Antonio, Luigi, Gerardo,Marcello, e tanti altri, una schiera di seguaci del grande maestro, anni passati insieme sul tavolo verde, niente sembra dividere la loro passione per l'azzardo.
Sul tavolo accanto c'è Tommaso, meno appariscente ma scaltro e pericoloso. Il gioco gli ha portato fortuna, come succede a pochi, qualche puntatitna a vuoto comunque gli è capitata, ma la dea bendata più volte gli ha sorriso. Ancora è li che ritenta, il tavolo, a suo dire, ispira ottimismo.
Come spesso succede ai miglior casinò, tanti intorno che guardano, ipotizzano la prossima uscita, discutono sugli abiti delle signore e punzecchiano l'amico all'iniziazione. Sono i nuovi giocatori, li si riconosce a vista, devono ancora abituarsi al colore delle fiches, al loro tatto, al loro profumo!!
Tra di loro i polli da spennare sono tanti, ma il pericolo che tra di essi si annidi il futuro giocatore di successo, è possibile!
Cesare e soci hanno occhio, forse lo hanno anche individuato, lo aspettano al tavolo per testargli il polso.
La serata è appena iniziata, la dea è sempre bendata, potrebbe riservare sorprese!!Fisches croupier