11/03/2009

Da Cirino a...Cosentino.

"Se fossi Cosentino farei un passo indietro
ma la giustizia deve garantire tempi certi"
Antonio Tricomi
"Possibile che dal territorio di Casal di Principe provengano ben tre parlamentari?"

«Un uomo politico indagato ha il dovere di fare un passo indietro, ma ha anche diritto a una giustizia dai tempi rapidi. In questa vicenda la Procura ha le sue responsabilità: non agisce né archivia, resta nel limbo». Paolo Cirino Pomicino parla di Cosentino, ma non solo. Il caso che riguarda il candidato in pectore per il Pdl alla presidenza della Regione offre il destro all´ex ministro per una riflessione sulla crisi che segna in questi mesi Napoli e la Campania.
Onorevole, secondo lei Cosentino deve fare un passo indietro?
«Al momento, no. E l´ho detto anche a lui. Però il suo caso va inserito in un contesto generale, diversamente finiamo con il fare dei personalismi».
E qual è lo scenario?
«Napoli e la Campania stanno vivendo una crisi drammatica: sul piano politico, istituzionale, economico. Crisi senza precedenti: lo ha detto anche Napolitano, già da qualche anno. Città e regione, nell´ultimo decennio, non sono più governate. Cosa mai accaduta nel passato. Oggi c´è un vuoto totale, che viene riempito dalla malavita organizzata».
I motivi?
«La scomparsa dei partiti. Dove non c´è più struttura avanza il deserto democratico e si afferma il mare dei personalismi. Tutti siamo stati giovani e tutti ci siamo fatti le ossa: negli organi collegiali dei partiti di destra, sinistra e centro. Da qui sono venuti fuori importanti leader nazionali. Oggi un giovane che vuole interessarsi di politica, dove va? Nei gazebi o nelle file delle primarie?».
Questo lo scenario nel quale si inserisce il caso Cosentino?
«Fermo restando che tutti sono innocenti fino a prova contraria, le sembra possibile che dal territorio di Casal di Principe provengano ben tre parlamentari? Cosentino, Pretenga, Coronella: tutti del Pdl. È come se arrivassero da Corleone: senza offesa né per i parlamentari né per i cittadini. Ma non mi pare che intanto Casal di Principe sia diventato un pensatoio politico. È solo cortigianeria che avanza in un clima di intimidazione generale. Vuol sapere cosa farei se fossi al posto di Cosentino?».
Sì, cosa farebbe?
«Lui il passo indietro non deve farlo, ma posso ricordare che cosa feci io: al primo stormir di fronde, mi dimisi immediatamente dalla direzione della Democrazia cristiana. Questo dovrebbe suggerire a Cosentino l´opportunità politica. Al suo posto anteporrei l´interesse del partito a quelli personali».
La crisi di cui parliamo riguarda destra e sinistra?
«Il centrodestra è caratterizzato dall´involuzione democratica dell´uomo solo al comando, il centrosinistra dalla mancanza d´identità generata dalla follia veltroniana del partito liquido. Dai personalismi senza identità all´autoritarismo: il bassolinismo, ad esempio, ha sterilizzato la grande classe dirigente dell´ex Pci. Tutto ciò è in netta controtendenza con quanto accade in Europa. Dove le identità sono forti: democristiani, liberali, socialisti, ambientalisti. È questo a garantire la tenuta democratica».
(02 novembre 2009)

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