Raito Salus Infirmorum. Era scritto " salute degli infermi" alla rampa lassù che ti cercava, paese di dolcezza per gli inverni, un paese così come si dava fosse in quel tempo con la vita uguale alla vita, al suo mietere lontano. Giusto per l'ombra il sole, giusto il male per dar tempo alla morte, sul divano di seta d'oro impallidiva il biondo scozzese pettinando eternamente la moglie innamorata, il volto tondo in quella dolce eternità del niente.
12/15/2007
NEL SEGNO DI ZORRO..
La mia generazione gli aveva affibbiato questo nomignolo a causa di una mantella nera che indossava d’inverno, simile a quella dal celebre attore che nel famoso film per ragazzi dell’epoca impersonava un insuperabile spadaccino al servizio dei più deboli.
Senza pensarlo un nome che ha rispecchiato la sua vita. Il nostro don Gerardo abile ed insuperabile pastore della chiesa di Raito ha sempre avuto ben affilata l’arma della sapienza e della saggezza unita ad una inconsueta intelligenza e lungimiranza .
Troppo evidente la sua statura e spessore culturale che avrebbe potuto portarlo a ben altri incarichi di rilievo in ambito ecclesiastico, per questo ritengo sia stato una vera fortuna per la comunità Raitese poter beneficiare di una simile guida.
Schivo e silenzioso, mai stato presenzialista, una figura che sentivi esserci sempre ma che si faceva veder poco. Silenzioso e garbato come il suo modo di parlare, come il suo camminare, e don Gerardo di cammino a piedi ne ha fatto veramente tanto. Il suo fisico esile e agile favoriva veri salti da una parrocchia ad un’altra, dalla scuola, alla curia, una vitalità serena che non lasciava mai trasparire segnali di stanchezza. Fino alla fine, anche nella evidente sofferenza degli ultimi tempi, era sempre quello di sempre, un sorriso e qualche battuta ironica per chi incontrava ed il classico “ ringraziamo il Signore” ad ogni accenno alla sua salute.
Una figura importante per Raito. Il suo modo di essere, serio ed austero, ma allo stesso tempo ironico e cordiale, ha instillato, nelle tante generazioni tenute a battesimo, il valore del rispetto ed amore per il prossimo e quello del sacrificio, importante a suo dire, per vivere una vita piena, intensa, che concilia con se stessi e con Cristo.
Una personalità forte e decisa come quella di don Gerardo era inevitabile avesse un ruolo di spicco nella vita di Raito ed Albori. Il suo impegno nell’aggregazione cattolica e sociale delle comunità, specie dei giovani, è stato una prerogativa della sua opera pastorale.
L’Azione Cattolica, vero fiore all’occhiello del suo operato, ha ancora oggi un ruolo importante per tutta la comunità raitese, specie in un’epoca che favorisce tanti altri interessi ed attrattive per i giovani.
Con un pizzico di sentimentalismo ricordo il Circolo Giovanile a lui dedicato, il primo che cercava di coniugare un impegno civico e religioso. Intere generazioni sono passate da quel Circolo e a tutti ha lasciato qualcosa di importante. Tanti gli spunti ed aneddoti che ci riportano a quel luogo di incontro per i giovani del paese.
In tanti anni di attivismo al Circolo, don Gerardo non l’ho mai visto, la conferma del suo essere e non apparire, persona che apprezzi nella sua interezza solo se ti confronti con serenità d’animo e senza pregiudizi.
A mio avviso, quelli che lo hanno attaccato, anche duramente, hanno dimostrato questo limite sia di analisi dell’uomo ma sicuramente culturali, con modalità grette ed arroganti, un vero movimento anti-parrocchia, un attacco in forza ad un fortino che ha sempre mantenuto il ponte levatoio abbassato e la porta spalancata, ed un uomo, don Gerardo, sempre pronto al dialogo e al perdono.
La sua fermezza scambiata come una sfida, era propria di un uomo sereno e di una forza interiore che solo un umile servo di Dio può avere, un capitano che da tranquillità all’equipaggio in un mare in tempesta, proprio come Mosè con il suo popolo, anche quando in tanti, in quel periodo, hanno abbandonato la sua nave per credere nel vitello rosso del moralismo ideologico.
Sono stato vicino a don Gerardo in quel momento, me ne vanto oggi, ne vado fiero, per la coerenza dei miei valori, per la fortuna di essere guidato dai suoi consigli, per avere conosciuto in profondità la bontà del suo vivere, una scuola di vita.
Grazie don Gerardo, hai lasciato un segno in tutti noi, un segno indelebile nei nostri ricordi, inciso con la spada della fede, ma pur sempre il segno di Zorro.
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