1/05/2008

Vietri democratica,,,,


Non è facile dare una definizione precisa e completa di democrazia, ciò, in relazione ai diversi significati che tale termine può assumere a seconda del tempo e dello spazio in cui è utilizzato.
Basti guardare quanto avviene a Vietri sul Mare e questo concetto assume un significato inedito, nuovo e decisamente distorto nella sua essenza.
Etimologicamente democrazia significa “governo del popolo”.
Si ha quindi democrazia in uno Stato, quando la comunità politica in esso stanziata prevede e ammette il diritto-dovere di tutti i cittadini di decidere, nei limiti previsti dalle norme, i comportamenti e le azioni ritenute più idonee per il raggiungimento del bene comune.
E’ diretta conseguenza di questa riconosciuta capacità, l’abilitazione di tutti i cittadini (suffragio universale) a designare e scegliere le persone che dovranno accedere alle cariche e alle funzioni pubbliche, con il compito di attuare le indicazioni dei cittadini.
In tal caso si parla di democrazia indiretta o rappresentativa, in quanto i titolari dei poteri democratici non agiscono direttamente ma per il tramite dei loro rappresentanti, raggruppati nei partiti politici.
E’ proprio in relazione a questo rapporto diretto che lega il corpo elettorale con i rappresentanti in Parlamento, che, sussiste in Italia la necessità di adottare a livello politico, con l’accordo di tutti gli schieramenti, una legge che modifichi la Costituzione Italiana, introducendo in essa un principio che sarebbe maggiormente rispettoso del principio di democrazia fin qui descritto.
Il principio da introdurre è quello secondo il quale, nel caso in cui la maggioranza eletta in Parlamento,nazionale o locale, subisca delle modifiche di rilievo, come è successo a Vietri sul Mare nella legislazione in corso,si ridia voce agli elettori.
Quel rispetto per i Vietresi invocato dalle pagine di Vietrinotizie dall’amico Antonio Abate che voleva richiamare proprio l’essenza del concetto di democrazia. L’assurda reazione di alcuni amministratori vietresi ha confermato come questi concetti siano lontani dalla loro cultura politica, difendendo la subcultura dei giochi di poltrone, molto più autarchica che democratica.
Infatti , assistere a quei comportamenti che in gergo politico vengono definiti “ribaltoni”, determinando il passaggio di consiglieri da uno schieramento all’altro, in una embrionale democrazia dell’alternanza quale quella che si sta affermando nel nostro Paese, è una delle principali cause, a mio giudizio, del rilevante calo, della disaffezione dei cittadini verso la politica.
Un distacco voluto, studiato, per facilitare la gestione personalistica e clienterale del potere all’insaputa dei cittadini colpevolmente “assenti”.La mia definizione di democrazia senza popolo ritrova un'altra drammatica verità concettuale.
Questi comportamenti seppur ammessi a livello costituzionale, costituiscono una evidente lesione del principio di democrazia rappresentativa sopra descritto.
Quindi, non dando la possibilità ai cittadini di esprimersi sul comportamento dei propri eletti, si viene a creare la convinzione, generalmente diffusa nella collettività, di non poter influire con il proprio voto sulle sorti del paese.
Tutto questo perché si lascia al consigliere comunale la piena libertà, una volta eletto, di passare allo schieramento avverso, in barba al principio di democrazia rappresentativa.

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