3/05/2008

Moratoria sull' aborto e laicità..



La prolusione accademica di Giuliano Ferrara a Benevento

Si è tenuta lunedì 25 febbraio alle ore 17.00, in uno stracolmo auditorium del Seminario Arcivescovile di Benevento, la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2007-2008 dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor hominis”. Per l’occasione, dopo i saluti dell’arcivescovo Andrea Mugione, del preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli e l’introduzione del direttore don Pasquale Maria Mainolfi, è intervenuto un ospite d’eccezione, Giuliano Ferrara, direttore de “Il Foglio”. Al centro della sua riflessione il tema: “Moratoria sull’aborto e laicità”, già esposto all’attenzione mediatica in un dibattito culturale e politico che di fa sempre più vivace. Egli ha da subito sottolineato qui dati che già da soli parlano chiaro: 1 miliardo di aborti negli ultimi 30 anni: ogni anno nel mondo sono più di 50 milioni i bambini che non vengono alla luce. E di qui prende le mosse la sua grande iniziativa: dopo che 104 nazioni hanno votato all’ONU contro la pena di morte, come far finta di niente dinanzi alla morte di tanti innocenti? Che non si tocchi Caino tutti d’accordo, ma perché lasciar morire Abele? Così Giuliano Ferrara ha voluto provocatoriamente riproporre quella che da Cristo in poi è diventata di fatto la più significativa conquista d’ogni civiltà: la dignità d’ogni persona umana. Eppure neanche quest’ovvietà è stata riconosciuta tale da una ragione laicista che, in preda al suo delirio d’onnipotenza e invischiata in pregiudizi ideologici si mostra incapace di cogliere l’auto-evidenza della verità, seguace solo dei suoi “dogmi”. Ecco che, citando Ratzinger, se la “vita è diventata una malattia da curare, noi dovremmo dichiarare eretiche l’amore e il buonumore”. Parole profetiche, queste del Papa, che colgono appieno il senso di una tendenza antinatalistica di molti Paesi, frutto di un’acutissima indifferenza morale dinanzi al problema dell’aborto. In questo modo la legge 194 da: “Legge sulla tutela sociale della maternità”, ossia da estremo rimedio all’aborto clandestino, è divenuta nella prassi strumento di eugenetica ed infanticidio legalizzato. Emblematico è stato, in proposito, il recente caso della donna di Napoli, dove l’autodeterminazione della donna ha condotto ad un aborto eugenetico alla ventunesima settimana, e tutto ciò nella più segreta clandestinità di un bagno d’ospedale. Dunque se è vero che ogni aborto costituisce sempre un dramma per la donna, è però altrettanto vero che, prosegue Ferrara, “l’idea che un bambino esiste solo se l’accoglie sua madre è un’aberrazione”. Lungi da ogni strumentalizzazione politica di un problema che tocca ciascuno e deve interrogare ogni sensibilità, conclude l’elefantino de “Il Foglio”, è opportuno che, per contrastare l’imperante “cultura della morte”, si faccia strada “una cultura della vita” che tuteli e promuova questo fondamentale e inalienabile diritto d’ogni uomo. Ben venga quindi la sua lista pro vita!

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