3/29/2008

Tra fede e politica.










Il gesto di Benedetto XVI, che ha battezzato il giornalista di origine egiziana Magdi Allam in San Pietro la notte di Pasqua, ha «un importante significato» perché «afferma, in modo mite e chiaro, la libertà religiosa», senza peraltro «alcuna intenzione ostile» nei confronti dell'Islam». L'Osservatore Romano commenta così la decisione del Papa di impartire personalmente i sacramenti dell'iniziazione cristiana al vicedirettore del Corriere della Sera, convertitosi al cattolicesimo. In un editoriale siglato dal direttore Gian Maria Vian, il quotidiano della Santa Sede spiega che la libertà religiosa «è anche libertà di cambiare religione, come nel 1948 fu sottolineato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (anche se in seguito, purtroppo, la dichiarazione è stata proprio su questo punto ridimensionata). Così - aggiunge - chiunque chieda senza costrizione il battesimo ha il diritto di riceverlo».(dal corriere della sera)


Da cattolico praticante, al di la di ogni strumentalizzazione religiosa e politica che alcuni hanno fatto su questa vicenda, provo rispetto e ammirazione per il coraggio di quest'uomo nel manifestare il proprio travaglio interiore, le proprie idee.Se anche la politica si ispirasse a questi principi profondi di fede e di valori, sarebbe un travaglio e farebbe notizia anche il semplice passaggio da un partito all'altro; immagino una pagina intera di un giornale ispirata al cambio di casacca politica di un nostro governante, con tanto di spegazioni, analisi, congetture che ne riabilitano la sua professione politica. Questo significherebbe avere fede, questi i valori della fede in politica, ormai ridotti a veri distillati pregiati nel nostro scenario politico. Il caso Allam sia un insegnamento anche per i nostri politici, un parallelismo che mi piace, un necessario ritorno ai valori cristiani per rinnovare la politica e la nostra società allo sbando totale.

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