La pagina più sanguinosa della festa del lavoro venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".
La strage di Portella delle Ginestre, secondo l'allora ministro dell'Interno, Mario Scelba, chiamato a rispondere davanti all'Assemblea Costituente, non fu un delitto politico. Ma nel 1949 il bandito Giuliano scrisse una lettera ai giornali e alla polizia per rivendicare lo scopo politico della sua strage. Il 14 luglio 1950 il bandito fu ucciso dal suo luogotenente, Gaspare Pisciotta, il quale a sua volta fu avvelenato in carcere il 9 febbraio del 1954 dopo aver pronunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella.Ho voluto ricordare questo triste evento di tante feste dei lavoratori, quelli veri, quellli che lottano per i lori diritti spesso calpestati da padroni e politici corrotti.
A Portella quie contadini si sentivano liberati daslla schiavitù sociale dei prepotenti e mafiosi del tempo che utilizzavano ogni mezzo per manterli sottomessi al loro volere. A Vietri Sul Mare questo è attualità da circa trenta-quarant'anni.Un sistema di politicanti apartenenti ad una stretta schiera di persone che tiene scacco un paese, lo ha ridotto alla povertà civile e sociale, favorendo eslusivamente un sistema corrotto di piaceri e sottomissioni. Hanno voluto la povertà per favorire sottomissione e corruzione.
Credo che sia arrivato il momento di recidere questo sistema, non regge più, non è più credibile. Questi mediocri ed incapaci hanno fatto le loro fortune sui problemi della gente. Ancora oggi entrano nelle case approfittando del bisogno delle persone. Sono sciacalli e delinquenti. Il bandito Giuliano nei loro confronti era un gentiluomo. Dalla festa del lavoro la speranza che anche il prossimo 9 giugno potremmo, tutti insieme, festeggiare la fine del feudalesimo Vietrese e tornare ad affermare la legalità e giustizia sociale.