4/30/2009

Il primo maggio Vietrese.....

La pagina più sanguinosa della festa del lavoro venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale. La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro "la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".
La strage di Portella delle Ginestre, secondo l'allora ministro dell'Interno, Mario Scelba, chiamato a rispondere davanti all'Assemblea Costituente, non fu un delitto politico. Ma nel 1949 il bandito Giuliano scrisse una lettera ai giornali e alla polizia per rivendicare lo scopo politico della sua strage. Il 14 luglio 1950 il bandito fu ucciso dal suo luogotenente, Gaspare Pisciotta, il quale a sua volta fu avvelenato in carcere il 9 febbraio del 1954 dopo aver pronunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella.
Ho voluto ricordare questo triste evento di tante feste dei lavoratori, quelli veri, quellli che lottano per i lori diritti spesso calpestati da padroni e politici corrotti.
A Portella quie contadini si sentivano liberati daslla schiavitù sociale dei prepotenti e mafiosi del tempo che utilizzavano ogni mezzo per manterli sottomessi al loro volere. A Vietri Sul Mare questo è attualità da circa trenta-quarant'anni.Un sistema di politicanti apartenenti ad una stretta schiera di persone che tiene scacco un paese, lo ha ridotto alla povertà civile e sociale, favorendo eslusivamente un sistema corrotto di piaceri e sottomissioni. Hanno voluto la povertà per favorire sottomissione e corruzione.
Credo che sia arrivato il momento di recidere questo sistema, non regge più, non è più credibile. Questi mediocri ed incapaci hanno fatto le loro fortune sui problemi della gente. Ancora oggi entrano nelle case approfittando del bisogno delle persone. Sono sciacalli e delinquenti. Il bandito Giuliano nei loro confronti era un gentiluomo. Dalla festa del lavoro la speranza che anche il prossimo 9 giugno potremmo, tutti insieme, festeggiare la fine del feudalesimo Vietrese e tornare ad affermare la legalità e giustizia sociale.

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