Siate il cambiamento che desiderate. (Ghandi)
Sembra incredibile, ma l’evoluzione ci ha ben predisposti ai cambiamenti. Sembra incredibile perché chiunque abbia operato in un contesto sociale (o anche solo famigliare) sa perfettamente che portare le persone a cambiare un’abitudine o a modificare un comportamento è difficilissimo.
Di resistenza al cambiamento muoiono ogni giorno gli intenti più nobili, non importa quanto sensate siano le proposte che si fanno, cambiare le cose appare spesso un impresa titanica.
Se analizziamo la dinamica psicologica dei cambiamenti, scopriamo però qualcosa di molto interessante. Siamo tutti estremamente disponibili a cambiamenti che percepiamo come migliorativi della nostra condizione e privi di rischi. Opponiamo invece una resistenza feroce a quei cambiamenti nei quali percepiamo degli aspetti di peggioramento del nostro status o dei rischi.
Tutto sommato sembra abbastanza logico che sia così, ma questo ci dice che una parte cruciale nella dinamica dei cambiamenti la gioca la percezione, non la reale natura del cambiamento stesso. La risposta alla richiesta di cambiamento dipende quindi dal tipo di cambiamento viene chiesto, ma soprattutto dipende da come viene chiesto.
Se ci pensate, una dinamica come quella della “moda”, non fa altro che portare le persone a compiere una serie continua di cambiamenti totalmente irragionevoli (non ha senso buttare ogni anno i vestiti dell’anno precedente). Nonostante questo chi li mette in pratica lo fa perché ritiene che sia normale, necessario, conveniente, premiante .
Mentre nel “mercato” questo tipo di approccio al problema del cambiamento è piuttosto normale, in politica e nel mondo del non-profit non lo è.
Prendere per esempio il caso di Vietri. Potrebbe essere normale avvicendare dalla gestione gli amministratori di lungo corso. Potrebbe addirittura essere necessario per evitare ulteriori degrado civico e sociale. Potrebbe risultare conveniente per il rilancio della socialità ma principalmente dell’economia del paese. Infine essere premiante per il futuro dei giovani e delle prossime generazioni.
Il cambiamento politico per Vietri, inteso anche come ricambio di energie e di pensiero, di capacità e di motivazioni, sembra necessario e quanto mai opportuno.
Le inspiegabili resistenze che si oppongono a questo processo spesso generano frustrazioni nelle persone attive che vorrebbero proporsi in un progetto di cambiamento. E sicuramente quest’ultimo un percorso difficile e ambizioso perché mancano riferimenti e percorsi tracciati, una forma di organizzazione inedita , mai realmente espressa negli ultimi decenni a Vietri, che affascina e stimola, ma allo stesso tempo angoscia e deprime, specie quando si ritrova a combattere contro i vecchi e collaudati sistemi di aggregazione politica esclusivamente volti al consenso. Ai Vietresi è da diversi anni che non viene data l’opportunità di votare un vero cambiamento, spesso ingannati da finte competizioni elettorali, ben organizzate a tavolino tra i soliti noti che si ritengono i “ veri registi” delle sorti politiche vietrese.
Ai veri innovatori e ispiratori del rinnovamento il compito di verificare il reale livello civico della nostra comunità attraverso una proposta seria e qualificata da esprimere in una lista degna di tale nome. Sarebbe un grande successo civico e morale indipendentemente dal risultato. A perdere potrebbe essere solo Vietri e quanti vorranno mantenere in vita un inquietante sistema di potere .
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