Oggi i ragazzi di Raito propongono la storica Festa della Cicala.
Un semplice impasto di farina, acqua, lievito e tanti fiori di zucca a formare delle squisite frittelle crocanti, da cui deriva il nome "Cicala"
La festa nasce nel 1980 con la prima edizione dei "Giorni della Cicala" un programma di iniziative culturali e ricreative che animavano le calde estate raitesi.
Poteva essere, quel tempo, il periodo di svolta per questo splendido borgo marinaro, ma a queste iniziative di noi giovani (del tempo) non fece seguito l'azione politica e sociale deigli amministratori comunali , poco lungimiranti nel capire il valore turistico ed economico che i borghi di Raito e Albori potessero avere per l'economia Vietrese.
Da allora nessuna iniziativa che potesse avviare un simile processo di riqualificazione dei borghi, tanta cecicità davanti ad uno slendido spettacolo della natura, un vero peccato, una grande occasione persa per tutti NOI.
Anno dopo anno sempre più "anonima" la vita in questi borghi, fino ai tempi nostri, dove è diventato disagevole anche solamente viverci.
All'epoca la frazione Marina ospitava ben altro turismo e forse giustificava tanto impegno ed interesse per le opere e le attenzione che ad essa si rivolgevano. L'impegno per questa frazione che oggi genera uno scadente turismo di massa è rimasto lo stesso.Il disinteresse per la riqualificazione dei nostri borghi , anche.
Il PUE (Piano Urbanistico Esecutivo) previsto per la riqualificazione dell'area demaniale di Marina, finaziato per un importo di circa 5 milioni di Euro e in via per essere attuativo, l'ennesima prova che, alle congestionate e invivibili frazioni alte ,si preferisce rifare i giardini di Marina con tanto di palme e piante tropicali, per consentire meglio ai nostri turisti di "elite" di soccheggiarlo con più giusto.
Si avvii in vero piano di riqualificazione per i Borghi di Raito e Albori, si recuperi ad un turismo selezionato un bene paesaggistico di rara bellezza. Serve
un PUE anche per questi borghi, basta con palliativi e interventi improvvistati e senza alcuna progettazione. In primis un piano di viabilità e di parcheggi che consenta l'accesso, quindi la riqualificazione di strade e quartieri con l'intervento dei privati, infine un programma di iniziative imprenditoriali che promuova e valorizzi i prodotti della nostra tradizione. Un'oasi turistica che potrebbe cambiare le sorti economiche vietresi, con la Villa Guariglia come fiopre all'occhiello per le cerimonie di livelli internazionale.
Molti di voi già pensate a Ravello, il festival, ecc...Ritengo si possa fare anche meglio, basta iniziare a progettare...
Per questo siamo in attesa da anni, forse secoli, non vi sembra troppo per poter aspettare ancora?
Per adesso a gustiamoci le nostre frittelle di zucca e lo spettacolo di musica e canzoni. Cosi come facciamo da anni. Al popolo dai ozio, musica e cibo che dimentica ogni problema e aumenta il consenso dei politici.
Il problema è quando lo spettacolo finisce, il gioco è fatto, rien ne va plus!
Vocidipiazza
Avvertenza: la fantastica storia che segue non è "farina" del mio sacco!La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l’inverno.
La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride, danza, canta e gioca tutta l’estate.
Poi giunge l’inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate.
La cicala tremante dal freddo organizza una conferenza stampa e pone la questione del perché la formica ha il diritto d’essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati come lei muoiono di freddo e di fame.
Santoro la ospita nel suo programma e dà la colpa a Berlusconi.
Il portavoce di Rifondazione Comunista parla di una grave ingiustizia sociale.
Rai 3 organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante dal freddo nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa con la tavola piena di ogni ben di dio.
I telespettatori sono colpiti dal fatto che, in un paese così ricco, si lasci soffrire la povera cicala mentre altri come la formica vivono nell’abbondanza.
I sindacati manifestano davanti alla casa della formica in solidarietà con la cicala mentre i giornalisti di sinistra organizzano delle interviste e si domandano perché la formica è divenuta così ricca sulle spalle della cicala ed interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché anch’essa paghi la sua giusta parte.
Alla pacifica manifestazione partecipano anche i centri sociali che bruciano alcuni alberi del bosco e le bandiere di Israele e degli Stati Uniti.
In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l’eguaglianza economica ed una (retroattiva all’estate precedente) anti discriminatoria.
Bersani e Franceschini affermano che giustizia è fatta, Lombardo e Miccichè chiedono una legge speciale per le cicale del sud.
Di Pietro chiede l’apertura di una inchiesta su Berlusconi.
Le tasse sono aumentate e la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista, la casa della formica è sequestrata dal fisco perché non ha i soldi per pagare le tasse e le multe: la formica lascia il paese e si trasferisce in Liechtestein.
La televisione prepara un reportage sulla cicala che, ora ben in carne, sta terminando le provviste lasciate dalla formica nonostante la primavera sia ancora lontana.
L’ex casa della formica, divenuta alloggio sociale per la cicala, comincia a deteriorarsi tra il disinteresse della cicala, del governo e dei sindacati.
Vengono avviate delle rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale, viene creata una commissione apposita con un costo di dieci milioni di euro. La commissione tarda ad insediarsi per la lite furibonda sviluppatasi all’interno della sinistra per la divisione delle poltrone.
Intanto la cicala muore di overdose mentre la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa è ora occupata da ragni immigrati.
Il governo si felicita delle diversità multiculturali e multirazziali del paese così aperto e socialmente evoluto.
I ragni organizzano un traffico d’eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e terrorizzano la comunità.
Il partito della sinistra propone quindi l’integrazione perché la repressione genera violenza e violenza chiama violenza.
Fin qui la favola di Jean de La Fontaine riveduta, corretta e adattata alla strettissima attualità politica che stiamo vivendo; ora aspettiamo una rivisitazione del nostro amato Pinocchio per dare un ruolo anche al grillo parlante spiaccicato dal martello scagliato dal burattino, ma poi redivivo e riabilitato alla fine della storia.
Oggi pare che l’attualità si stia occupando, con successo, della demolizione di un ben differente Grillo, troppo sboccato e stupido per poter aspirare a una futura riabilitazione.