8/11/2009

Degrardati per "troppo furbizia".

Si dice che la furbizia sia sinonimo di ignoranza e di incapacità, ma da troppi anni un vero stile di vita che ha rappresentato l'essere(persona, organizzazione, imprese,ecc) della maggior parte delle regioni del SUD.
L’arte di arrangiarsi, la voglia di voler essere che spesso non si abbina al saper fare (formazione) è molto tipica del meridione d’Italia. La politica ha amplificato questo processo che negli anni ha determinato l’incapacità di gestione degli apparati pubblici, fino al grande collasso di questi tempi(vedi regione Campania, Sanità, ecc).
Sembrava che i ragazzi delle scuole medie del Sud fossero stati più bravi di quelli del Centro-Nord nella prova di esame sperimentata quest’anno con l'introduzione di test d’apprendimento.
Oggi si scopre che le cose non sono andate proprio cosi. I comportamenti opportunistici delle scuole del Sud, cosi definita d’ Invalsi, ha determinato una copiatura generale dei test, quasi tutti uguali, quasi fotocopie. L’indagine conferma il divario formativo a favore dei ragazzi del Nord e l’inquietante conferma che “l’arte di arrangiarsi” rappresenta un modello di cultura consolidato già a partire dai banchi di scuola.
A sentire i tanti è un problema etico e morale. Si tratta, invece, di una vera e propria “ideologia” che minaccia alla radice la costituzione della persona, che cresce senza punti di riferimento etici, senza principi di fondo universali. Ne viene fuori una generazione e quindi una società smarrita e fragile, esposta ai più forti(malaffare, politica corrotta,delinquenza,ecc), illusa di essere libera perché liberata dalle categorie morali valide per tutti.
Il ritorno dell’etica nel contesto della nostra vita sociale la vera chiave per risalire la rupe del degrado civico e morale. Il ritorno alla tanto auspicata "meriticrazia", a cui si ispira il ministro Brunetta in una sorta di impresa titanica, come quella di volere ridare al pubblico impiego moralità e produttività. Qualche segnale positivo sembra arrivare e percepipile dopo anni di "anarchia" politica e sindacale che ha reso "fannulloni" buona parte del pubblico impiego.
Sembra difficile, anzi impossibile, tanto molti ritengono che essendo impossibile conoscere la verità delle cose, ogn’uno decide individualmente ciò che è bene o meno, basta non disturbare troppo gli altri. Una sottile linea di corruzione, lassismo, incapacità e interessi che alimenta questo essere “individualista”tanto evidente anche nel nostro disastro comunale.
Continuare sulla scia di questi “modelli” qualsiasi ambizione di cambiamento e di riscatto sociale per il Sud diventa quasi un’utopia. Bisogna avere la coscienza dei veri valori per spendersi e opporsi a sistemi di potere ingiusto, qualunque esso sia. Il ricambio, come si evince, non dipenda dal cambiare le persone, ma il sistema a cui si ispirano. Per il nostro comune, in questo senso, non è cambiato tanto con le recenti consultazioni amministrative, con l’aggravante di un volano che continuerà ancora ad alimentare “l’arte di arrangiarsi” ad ogni livello sociale, favorendo la selezione naturale tra quanti, bravi, capaci e formati, lasceranno il nostro paese perché troppo “stretto” per le loro potenzialità, mentre quanti si conformeranno con lo stile “opportunistico” avranno magari occasioni di lavoro e , per i più scaltri, anche una possibile carriera politica.
Vocidipiazza

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