8/10/2009

Marina d'Albori : patrimonio da salvaguardare.

Le bellezze del nostro comune vanno recuperate e sfruttate al fine turistico prer l'economia del paese.
Il Borgo di Albori con la sua spiaggetta, un esempio di bene paesagistico scarsamente valorizzato negli anni scorsi. Da ragazzi si percorreva per intero il fiume che da Albori ti conduceva fino al mare per piccoli e spesso impervi sentieri. Il fiume a tratti formava vere cascate caratteristiche, girini e rane presenti in ogni piccolo stagno naturale del piccolo ruscello.Un sentiero naturale da poter recuperare che, collegato a quello del Turino, possa offrie una opportunità per tutti gli amanti della natura. Anche la piccola Marina d'Albori è area demaniale del Comune di Vietri, ma  che il PUE specifico per la riqualificazione di queste aree, non ha per niente sfiorato. Ancora evidente il distacco e l'icuria che le frazioni alte ricevono nella gestione amministrativa del comune. Forse è arrivato il momento di organizzarsi per davvero e non rimanere inerti a guardare il giro politico-affaristico di Marina senza chiedere  il conto.

Albori e la sua Marina, due perle collegate da un vallone, montagna e mare che s'incontrano su un romantico filo di storia e tradizione. Più di mille anni fa il casale di Albori venne fondato sulla montagna, a quasi 300 metri d'altezza, per sfuggire alle sanguinose incursioni saracene. La sua Marina e il vicino approdo di Punta Fuenti ne costituirono invece lo sbocco sul mare. La Marina non fu mai abitata massivamente, però divenne il fulcro economico del piccolo abitato. Al di là della pesca e del commercio, la presenza del piccolo fiume Albule favorì l'impianto di alcuni mulini per la fabbricazione di ceramiche e, soprattutto, la costruzione della cartiera, strutturata su cinque livelli, rimasta attiva dalla metà dell'800 fino agli inizi del '900, e che ebbe a rivaleggiare persino con le ben più famose cartiere di Amalfi. L'attività commerciale fu favorita dal citato approdo di Punta Fuenti, di cui oggi rimangono pochissime, impercettibili tracce. Con ogni probabilità la cartiera e i mulini vennero distrutti durante l'alluvione del 1910.
Oggi la frazione vietrese di Albori, abitata da appena 350 persone, viene considerata uno dei più bei borghi d'Italia per le sue casette costruite in pietra viva e coi tetti a cupola, addossate le une alle altre e strette attorno alla piazzetta della Chiesa di Santa Margherita di Antiochia, con viuzze, scale e strettoie che uniscono usci e piccoli spazi, tutti da scoprire.
La Marina, a cui il borgo è collegato da un sentiero - fino al 1884 non esisteva alcuna strada carrabile - aveva nel ventennio successivo all'alluvione del '54 un'unica grande spiaggia, detta spiaggia "r'a cartera", un toponimo che attualmente si vorrebbe ripristinare in rispetto delle passate tradizioni. L'erosione marina degli ultimi anni ha provocato un netto arretramento del fronte sabbioso, con la necessità di alcune opere di consolidamento. Attualmente troviamo tre spiagge, raggiungibili comodamente a piedi mediante la discesa di 201 scalini che inizia dalla soprastante curva della statale all'altezza del km 48,2: due rispettivamente sulla destra e sulla sinistra del ruscello Albule, la terza oltre un costone di roccia sulla sinistra, sotto la torre vicereale, ben collegata nel periodo estivo a mezzo una passerella di legno.

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