Non molti anni fa (ne sono trascorsi appena 70 dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia e 61 dalla “scoperta” dei lager e dello sterminio nazista, un tempo storicamente assai breve) l’orrore puro della shoah.
Ancora oggi quando ne parlo con i miei studenti provo una certa difficoltà nel rispondere alla domanda principale “PERCHE’?”, perchè un popolo colto, raffinato, razionale, intelligente ha potuto concepire un piano tanto mostruoso? perchè altri popoli colti, raffinati intelligenti non l’hanno impedito? perchè la chiesa cattolica e la chiesa protestante, al di là dei singoli casi (vedi Bonhoeffer, teologo luterano che morì anch’egli in un campo di concentramento) non hanno gridato al mondo le atrocità che si stavano perpetrando (solo a guerra conclusa
Nel 1945 la Chiesa confessante (di quella cattolica non so, non mi pare…) offrì a Stoccarda la famosa ammissione di colpa: «La chiesa… è rimasta muta dove avrebbe dovuto gridare, perché il sangue degli innocenti gridava al cielo… Essa è rimasta a guardare quando sotto la copertura del nome di Cristo si sono compiute violenze ed ingiustizie… La chiesa confessa di aver assistito all’uso arbitrario della forza brutale, alle sofferenze fisiche e spirituali di innumerevoli innocenti, all’oppressione, all’odio, all’assassinio senza levare la propria voce in loro favore, senza aver trovato vie per correre loro in aiuto. Essa si è resa colpevole della vita dei fratelli più deboli e indifesi di Gesù Cristo (gli ebrei)… Lo confessa… Non ha rinfacciato al calunniatore la sua ingiustizia e ha abbandonato il calunniato al suo destino». da Wikipedia)
Come dire, come spiegare? Hannah Arendt, in un suo famoso libro scritto dopo aver assistito al processo fatto in Israele contro Eichmann, processo durante il quale l’imputato, uno degli ideatori dello sterminio, diceva d’essere innocente e di aver “solo” eseguito gli ordini, parla della “banalità del male”. E in precedenza Freud, che negli ultimi anni della sua vita era stato costretto a fuggire per salvarsi dalle leggi razziali tedesche, e che trovò rifugio a Londra dove concluse la sua esistenza, Freud, dicevo, su richiesta di Albert Einstein, cercò di analizzare, alla luce della psicanalisi, l’orrore che si stava dischiudendo in Germania. Scrisse alcuni libri assai significativi in proposito, e, in essi, trattando del rapporto tra leader e massa ha evidenziato come
…il processo di civilizzazione…impone un conformismo di massa, la spersonalizzazione dei comportamenti individuali (per cui il singolo può dire di essere assolutamente incolpevole), generando non solo sofferenza nei singoli, ma anche condotte collettive “deviate”, aggressive, nelle quali si esprimono, in qualche modo, sia pur cammuffate ed inconsce, le tendenze represse. La civiltà alimenta la tendenza….a riconoscersi in un capo, in un leader all’instaurarsi di un legame “libidico” che unisce, nello stesso tempo, l’individuo al capo e ad altri individui che si orientano nella stessa direzione. Capo e massa sembrano aiutare l’individuo a frenare le proprie angosce, i propri istinti autodistruttivi e distruttivi. Così l’individuo…viene gradualmente portato a non avvertire le condotte talora aberranti a cui il capo e la massa possono costringerlo. da De Bartolomeo - Magni, Filosofia, vol. 5° Atlas
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