Raito Salus Infirmorum. Era scritto " salute degli infermi" alla rampa lassù che ti cercava, paese di dolcezza per gli inverni, un paese così come si dava fosse in quel tempo con la vita uguale alla vita, al suo mietere lontano. Giusto per l'ombra il sole, giusto il male per dar tempo alla morte, sul divano di seta d'oro impallidiva il biondo scozzese pettinando eternamente la moglie innamorata, il volto tondo in quella dolce eternità del niente.
1/10/2009
Vietri e il rinnovamento politico.
Con il termine RINNOVAMENTO s’intende sostituire con il nuovo un qualcosa di vecchio o ritenuto inattuale e non più valida.
Il termine ricorre frequentemente in politica, dove si cerca attraverso il cambiamento di usi e costumi di reggere il passo con l’evoluzione della situazione sociale e civile in cui viviamo.
La profonda crisi della politica e delle istituzioni, dei partiti, questi ultimi sempre più coinvolti in scandali e corruzioni, ci consegna la regione Campania, il nostro comune di Vietri e tanti altri ancora in una vera e propria emergenza istituzionale grave e preoccupante.
In questa situazione, il termine RINNOVAMENTO attiene a più importanti e profonde connotazioni che non il semplice alternarsi di uomini e donne al potere, spesso sempre semplice avvicendamento in seno agli apparati di potere. E’ successo a Napoli in questi giorni. Il sindaco Iervolino ha sostituito gli assessori dimissionari perché inquisiti per gravi reati amministrativi con persone della società civile d’importante immagine sociale, quali imprenditori e professori universitari. Un’operazione che ha confermato la piena volontà della classe dirigente di non ricercare alcun rinnovamento politico, oppure di intendere tale il coinvolgimento di facciata di persone che possano ripulire l’immagine di un gruppo di potere malavitoso.
Questo RINNOVAMENTO mi angoscia e mi preoccupa, specie in situazioni di emergenza sociale, come quella del nostro comune di Vietri. Assistiamo, infatti, a un vuoto di potere che gestioni pressappochistiche, unilateralmente spinte al personalismo e l’affarismo hanno inevitabilmente portato al capolinea.
Come succede nei fenomeni malavitosi, si è rotto un equilibrio tra le bande rivali, durato per molto tempo, che ha garantito al nostro comune di accumulare ritardi e degrado civico molto difficile da recuperare. Adesso il rischio è quello che si scateni la guerra per la successione. Personaggi costretti fino ad oggi a ruoli secondari e di gregari vedono prospettarsi l’occasione per un posto di comando.
Non comprendo quale alternativa di metodo e sistema queste persone possono proporre se non la tendenza a ripristinare il medesimo apparato di potere in cui sono cresciuti e formati!!
Capite allora bene come il termine RINNOVAMENTO assume connotati diversi secondo il punto di vista e delle persone che lo utilizzano come slogan di tendenza politica.
La società civile, in buona parte collusa, assiste inerme a questi giochi di potere, ne diventa vittima d’ingiustizie e soprusi sociali di ogni genere, vittime del proprio egoismo, disimpegno sociale, spesso ignoranza e scarsa scolarità.
In altri termini la speranza di un reale RINNOVAMENTO, quello non solo degli uomini e donne, ma rappresentato da quella spinta sociale a ricercare una gestione onesta, trasparente e partecipata, di vera ripresa del nostro territorio e che risponda ai bisogni del nostro tempo, mi sembra oggettivamente difficile da realizzarsi. Manca un substrato sociale “critico” e quella tradizione civica necessaria a una simile rivoluzione. Del resto, chi ha governato fino ad oggi, si è guardato bene nel generare tale cultura, al contrario ha cristallizzato e bloccato ogni tentativo sul nascere, al fine di garantirsi una lunga vita al potere.
Il vuoto politico e sociale di oggi esprime il drammatico risultato di questo spietato e incosciente processo durato circa trent’anni che tanti vorrebbero colmare con l’improvvisazione dell’ultimo momento.
Organizzare in quattro e quattrotto raggruppamenti al grido di “RINNOVAMENTO”, benché in qualche caso pregevole negli intenti, risulta essere grezzo e ancorato al vecchio sistema di consenso paesano quale unico modello a oggi collaudato e che non ci si sforza a volere cambiare. Più che altro una atteggiamento emotivo, spesso strumentale, lontano da potersi intendere un processo di rinnovamento.
Il RINNOVAMENTO, quello vero va preparato nel tempo, bisogna educare la popolazione a questo, renderla partecipe di un bene comune che va costruito e difeso con ogni forza e sistema democratico. Prevede una vera gestione amministrativa che guidi questo difficile processo, specie in area depresse e con scarsa attitudine al sociale, come la nostra.
Il personalismo spinto che si prefigura in tanti movimenti e associazioni peseudo-sociali, non solo non favorisce questo RINNAVAMENTO, ma lo minaccia alla radice, svuota di contenuti strumenti importanti di partecipazione popolare, li scredita e alimenta diffidenza e distacco.
I risultati sono sotto i nostri occhi, ma siamo sulla buona strada per consegnare, ancora per tanto tempo, il paese ai “soliti noti”.
Vocidipiazza
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