1/15/2009

Sanità Campana: falso in bilancio.


Il vice-capogruppo PDL alla Camera dei Deputati Marcello Tagliatatela, responsabile dell’Ufficio Politiche per il Mezzogiorno di AN, ha denunciato nuovi sprechi e nuovi fallimenti della sanità pubblica in Campania.
«Purtroppo la sanità – dice Taglialatela - ha finito male l’anno vecchio e cominciato peggio l’anno nuovo. Dai nuovi dati e dalle notizie in nostro possesso emerge, infatti, non solo che la spesa sanitaria continua a registrare buchi enormi, ma anche che non vi è alcuna volontà da parte del centrosinistra di tenerla sotto controllo”.
Infatti l’unica volontà politica che viene fuori con evidenza è quella di protrarre nel tempo le nuove falle finanziarie che si aprono nei già devastati conti del sistema sanitario, allo scopo di nascondere l’effettiva e mostruosa entità della debitoria del comparto. Credo che tutto questo sia solo un maldestro ed inutile tentativo di evitare il commissariamento.
Taglialatela ha inviato una nota ai ministeri competenti per segnalare che nella finanziaria regionale 2009, approvata dal Consiglio Regionale a fine anno, è stato inserito un articolo, il n.26 recante “Misure per il contenimento della spesa sanitaria”, che determina una aberrazione giuridica.
La follia, infatti, sta nel fatto che tale norma introdotta dalla finanziaria regionale modifica il codice civile, una materia che non è di competenza del Consiglio Regionale ma del Parlamento.
“Una norma del genere è inconcepibile – sottolinea Taglialatela - e prova che nella maggioranza regionale di centrosinistra il livello di conoscenza delle leggi vigenti e della Costituzione sia pari a quello degli asini. Analogo tentativo fu fatto dal Governo guidato da Romano Prodi, in sede di varo della finanziaria nazionale. In quella circostanza il centrosinistra fu costretto a fare marcia indietro quando ci si accorse che tale norma era incostituzionale in quanto determinava una evidente ed ingiusta disparità di trattamento tra soggetti giuridici”.
Evidente,ente, ora si vuole arbitrariamente sancire l’impignorabilità dei beni delle Asl, degli ospedali, dei Policlinici universitari e degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico.
Gli effetti di tale norma non determinerebbero alcun risparmio da parte della Regione ma viceversa comporterebbero nuove spese per azioni legali e per interessi legali. Gli unici a guadagnarci sarebbero le società finanziarie che già oggi lucrano sui debiti e sui ritardi dei pagamenti da parte della Regione.
Taglialatela chiede alla Giunta regionale di proporre come atto di autotutela al Consiglio Regionale l’ approvazione di una legge che elimini la norma in questione, visto che la finanziaria regionale ad oggi non è stata ancora pubblicata e non è quindi tecnicamente in vigore. In tal modo si sanerebbe la gravissima violazione della Costituzione che si sta consumando. L’atto di autotutela servirà anche ad evitare nuovi ed inevitabili contenziosi che si determinerebbero per effetto della evidente disparità di trattamento che si sancisce con le norme introdotte e che modificano senza poterlo fare le norme vigenti del codice civile, materia di diretta ed esclusiva competenza dello Stato centrale.
“L’altra pessima notizia – fa notare Taglialatela - per la sanità campana è data dalla delibera n. 1 del 9 gennaio 2009 della Prefettura di Napoli (a firma del commissario ad acta, dottoressa Carolina Iovino, nominata per l’esecuzione della sentenza TAR Campania Sezione I n. 1885/05 267/2007 9488/2008) con la quale si impone alla Regione Campania di aggiornare le tariffe per prestazioni sanitarie di riabilitazione del triennio 2003-2005. Questo ricalcolo determina aggravi di spesa aggiuntivi per 300 milioni di euro. Finora le sentenze non sono state attuate per cercare di nascondere le nuove spese che gravano sul comparto”.
La Regione, infatti, non ha dato seguito ad una sentenza del TAR del 2005 ed ad una del Consiglio di Stato del 2007, dimostrando un atteggiamento che si può tranquillamente definire doloso.
Taglialatela assicura di aver acquisito informazioni presso il Ministero del Welfare, nella persona del Direttore generale, dottor Filippo Palumbo, secondo le quali nella prossima verifica del Piano di rientro dal deficit sanitario (che sarà effettuata il 20 gennaio 2009) emergerà un ulteriore sforamento di circa 400 milioni di euro.
Fin dopo l’approvazione delle modifiche al Piano ospedaliero regionale, non a caso, il parlamentare campano aveva scritto al governo Berlusconi, nella persona dei Ministri dell’Economia e del Welfare, per segnalare che il nuovo piano non determina alcun risparmio oggettivo ma solo inutili disagi ai cittadini. Non si toccano minimamente gli sprechi e si continua a fare leva su trucchi ed artifizi contabili.
Non da ultimo, il trucco che continua ad essere utilizzato è quello di chiedere ai fornitori delle Asl e degli ospedali di ritardare la presentazione delle fatture. Per questo motivo è stato sollecitato non solo il governo nazionale ma personalmente i ministeri competenti a verificare anche le bolle di consegna in modo da risalire con precisione alla reale contabilità della sanità campana.
“Le bolle di consegna, infatti – conclude Taglialatela - sono documenti che certificano senza equivoci la data della fornitura: ho ricevuto rassicurazione dal governo affinché si proceda con questo controllo. Ritengo utile presentare un esposto alla Procura della Repubblica affinché si indaghi per falso in bilancio, visti i continui raggiri a cui si ricorre per impedire che si abbia reale contezza dell’ammontare del debito della sanità campana”.

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