Sono cinque le priorità delle "Linee programmatiche 2008-2013 per la gestione dei rifiuti urbani", approvate, il 15 ottobre, dalla Giunta regionale della Campania. Innanzitutto, ridurre la produzione dei rifiuti all'origine (con la reintroduzione dei vuoti a perdere e la vendita dei prodotti alla spina, l'incentivazione di articoli lavabili alternativi a quelli usa e getta, il ritorno all'acqua del rubinetto, ritiro e riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici, sostegno al compostaggio domestico e in fattoria); aumento della raccolta differenziata; valorizzazione degli impianti di selezione fisico-meccanica dei rifiuti urbani residui esistenti; valorizzazione della frazione organica; recupero energetico (in cementifici e/o centrali termoelettriche, oltre all'utilizzo di due inceneritori, uno ad Acerra e l'altro a Salerno, che hanno ciascuno una capacità di 450 mila tonnellate, mentre i cementifici potrebbero bruciare altre 300 mila tonnellate). "È stata inoltre proposta la realizzazione di un inceneritore a servizio della città di Napoli - si legge nelle Linee - ma a oggi mancano indicazioni sulla taglia dell'impianto".
Strategia integrata. "Occorre costruire nella nostra Regione un metabolismo che sia in armonia con la natura". L'affermazione è di Luigi Fusco Girard, docente alla facoltà di Architettura all'Università Federico II di Napoli ed esperto di problemi urbanistici e ambientali. Il primo passo è attuare "tre erre: la prima sta per riduzione e risparmio; la seconda per riuso, recupero e restauro; la terza per riciclo". Questa strategia delle "tre erre" deve essere integrata "con la creazione di una Regione a basso consumo di carbonio e con la capacità di gestire l'acqua". "Tutti i documenti della Regione Campania - evidenzia l'esperto - parlano di sostenibilità, interpretata in termini di produzione di parchi regionali, metropolitani, urbani, ma una strategia veramente in armonia con la natura è quella della regione solare, cioè che organizza il proprio «metabolismo circolarmente» in analogia a quello eco sistemico". Per realizzare ciò, "è necessario attivare una serie di tecnologie nuove che siano ecocompatibili". Una rivoluzione che comprende non solo il riutilizzo dei rifiuti e delle acque di scarico, ma anche l'edilizia e in quest'ottica servono "incentivi e normative per produrre il nuovo sistema". L'idea, secondo Fusco Girard, è questa: "L'organizzazione centralizzata attuale, per l'energia, l'acqua, i rifiuti, può essere sostituita da una totalmente decentralizzata in cui ogni abitazione diventi auto produttrice di energia, gestisca i propri rifiuti e le risorse idriche". Non è fantascienza. "A Friburgo, in Germania - racconta l'esperto - c'è un quartiere costruito in questo modo. Le abitazioni sono coibentate in modo tale da ridurre la necessità di consumo di energia elettrica, con una riduzione della bolletta energetica del 90% annuo rispetto alle costruzioni normali. Sui tetti del quartiere ci sono pannelli fotovoltaici, che permettono di produrre un surplus di energia rispetto ai bisogni delle abitazioni, vendibili all'Enel locale. Infine, si realizza in ogni investimento immobiliare, che è al riparo da ogni erosione inflazionistica". Ugualmente, per l'acqua, "bisogna riscoprire la sapienza dei millenni passati e recuperare tutta l'acqua piovana, da utilizzare per usi non potabili, mentre adesso usiamo l'acqua di qualità elevata per tutto ed è uno spreco".
Oltre le "pie intenzioni". "Di pie intenzioni sono lastricate le strade che portano all'inferno". È il commento di Pasquale Giustiniani, membro della Commissione giustizia, pace e salvaguardia del creato della Conferenza episcopale campana (Cec), all'adozione delle Linee programmatiche. "In Campania - osserva - c'è una situazione grave dal punto di vista politico e sociale". Dal punto di vista politico, "la gente è insoddisfatta dei volti al potere a livello regionale e comunale, che non cambiano mai malgrado siano stati al centro di precise responsabilità politiche e talvolta, in alcuni casi, siano stati coinvolti in indagini della magistratura". Insomma, "oltre alle pie intenzioni, servono persone credibili in grado di tradurre operativamente le gli intendimenti". Dal punto di vista sociale, "siamo ormai nel un territorio delle emergenze: quella dei rifiuti e quella della criminalità organizzata, con il territorio presidiato dall'esercito sia per l'una sia per l'altra emergenza. Tutto ciò crea uno stato di disagio permanete del cittadino medio, non rompe il potere della camorra, che era anche dietro certi moti del gennaio scorso a Pianura". Ma non basta: "I rifiuti non sono spariti come per magia... Oltre che in alcune zone periferiche del capoluogo, nell'hinterland dell'agro aversano si vedono ancora cumuli di immondizia abbandonati". Quali vie d'uscita? "Innanzitutto, il ricambio democratico dei volti, anche sulla scia delle parole di Benedetto XVI che ha detto che adesso serve una nuova generazione di cristiani impegnati in politica, che intenderei non solo in senso anagrafico, ma come bisogno di una vera svolta per far fronte alle emergenze". C'è anche una novità incoraggiante: "Il modo di affrontare a monte il problema rifiuti da parte delle comunità credenti del territorio, che si sono aperte ai temi della salvaguardia dell'ambiente, promuovendo la raccolta porta a porta prima delle istituzioni civili e educando le giovani generazioni e le famiglie a uno stile di vita più sobrio".
Nessun commento:
Posta un commento