Vedere scritto il nome di Raito sul Corriere della Sera il in grande evidenza e al centro di un'ampia pagina dedicata ai sapori del vino, mi ha fatto un grande effetto emotivo. Era lo scorso 31 luglio e sfogliavo l'unico quotidiano che riesco a leggere (per scelta) quando mi è apparsa la scritta "Ragis, vino di Raito per i primi e le carni..." e giù un ampio articolo di recensione del prodotto.
Per chi ama e apprezza realmente questo meraviglioso angolo naturale scopre in questi interventi dei veri alleati,pochi ma importanti, che danno visibilità ad un piccolo borgo mai valorizzato come merita , bistrattato negli anni dai vari amministratori locali, un vero patrimonio sperperato a favore del più basso ma remunerativo turismo "mordi e fuggi". Oggi Raito poteva rappresentare un vero fiore all'occhiello per il turismo di elitè, un completamento di offerta turistica "diversa" da chi ricerca ombrellone, sole, pizzette e geleto. Una grande occasione per l'economia locale che con l'avvento del federalismo fiscale avrebbe garantito maggiore benessere per l'intera comunità.
Nonostante tutto l'atteggiamento non cambia e quindi non resta che sperare che tanti imprenditori si fermino a Raito e valorizzino ogni angolo possibile di questo stupendo paradiso naturale.
In attesa di altri miracoli, beviamoci sopra....
Vocidipiazza.
Abbiamo più volte sottolineato come un aspetto della rivoluzione vitivinicola italiana abbia carattere etico, la voglia di tornare a ritmi di vita più naturali, l’esigenza di respirare con la terra facendo di nuovo attenzione al cammino delle stagioni e delle annate.
Un ritorno borghese, se vogliamo, che nel Sud costituisce un vero e proprio capovolgimento di valori rispetto agli ultimi tre secoli: per la prima volta dalla nascita della metropoli partenopea, lo stile di vita rurale ha più appeal di quello urbano.
Patrizia Malanga è un esempio di questo trend: con il marito acquistò una proprietà bella ma completamente dismessa a Raito. Siamo in una frazione di Vietri Sul Mare, piccola bomboniera abbarbicata su un poggio con vista sul Golfo di Salerno nel comune di Vietri sul Mare. Non è l’unico esempio di fuga eccellente dalla città: fianco a fianco ci sono il notaio Gustavo Trotta e il presidente della Camera di Commercio Augusto Strianese, ciscuno con un vigneto e una piccola produzione.
L’acquisto è del 2000, poi la produzione e il conferimento di uva a Marisa Cuomo, infine la decisione di iniziare a vinificare con il Ragis 2007 seguiti dall’enologo Fortunato Sebastiano. Un vino, questo dell’azienda chiamata Vigne di Raito, da noi seguito con una certa trepidazione: annata di potenza fruttata, legno di primo passaggio, i rischi di un bicchiere omologato erano dietro l’angolo. Un risultato inaccettabile se si produce in uno degli angoli più belli del mondo.
Ora il Ragis 2007, Aglianico e Piedirosso, cammina da solo con baldanza dopo tre anni dalla vendemmia: fresco, tannini ben risolti anche grazie alla presenza del piedirosso, lungo, equilibrato, una bella espressione del territorio della Costiera Amalfitana. La sintesi di un progetto di vita, la capacità di sognare quando altri tirano le somme e la riproposizione della potenza magica del vino: finalmente queste stupende colline, siamo alle spalle di Villa Guariglia dove si insediò il governo Badoglio nel 1943, hanno il loro canto della terra.
VIETRI SUL MARE
Via San Vito, 9
Frazione Raito
http://www.vignediraito.com/
Ettari: due coltivati ad aglianico e piedirosso
Enologo: Fortunato Sebastiano
Conduzione biologica
Bottiglie prodotte: 4000
Uva: aglianico (80%) e piedirosso
Da: http://www.lucianopignataro.it/
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