Si sono svolte a Vietri nei primi di settembre le feste dell’Unità e della Margherita, classici appuntamenti che i partiti riservano ai cittadini e villeggianti nei periodi estivi. Una tradizione ormai radicata da tempo, un importante palcoscenico che alterna momenti di spettacolo, di cultura e di pura gastronomia intervallati da approfondimenti e riflessioni politiche.
Per entrambe le feste quest’anno, un significato diverso, forse perché l’ultima, un ponte verso il nuovo Partito Democratico.
Vedere sventolare le bandiere rosse e quelle bianche/azzurre nella centralissima Piazza Vittorio Veneto, le une vicino alle altre, in una festa comune, ma ancora separate negli spazi e principalmente negli animi, ha rappresentato un forte impatto emotivo per quanti hanno vissuto il periodo dell’aspro contrasto ideologico tra i comunisti e i democristiani, tanto da relegare questa scenografia più ad un film fantastico che alla realtà. Bandiere che, sebbene la recente storia abbia modificato i simboli, mantengono predominante il colori rosso e bianco, due tonalità troppo contrastanti.
Ho pensato subito a Peppone e Don Camillo film simbolo dello scontro tra due culture opposte che, proprio negli anni '50, si scontrano accanitamente proponendo due diversi modelli di vita. Da una parte il tradizionale contesto sociale dell'Italia cattolica e democristiana, rappresentata dal parroco Don Camillo, dall'altra il rivoluzionario modello comunista, rappresentato dal sindaco Peppone.
Guardando i loro film si era portati a pensare che i due fossero acerrimi nemici invece era tutto il contrario perché in fondo in fondo si volevano un gran bene e si capisce, quando insieme tornano a Brescello in bicicletta la voce guida dice, "se uno supera l'altro dopo si ferma ad aspettarlo.
Adesso la corsa si è fermata, i due si sono aspettati ed hanno deciso di procedere insieme, mano nella mano, fino al traguardo che si chiama Partito Democratico, coraggiosa quanto necessaria scelta politica. Apprezzabile il manifesto con cui l’amministrazione comunale si è scusata con la cittadinanza per i disagi provocati dalle manifestazioni. Per una volta, il disagio maggiore sempre essere stato quello degli organizzatori e di tutti militanti, per una festa inedita, un matrimonio di stampo manzoniano con tanti, troppi don Rodrigo pronti a darsi battaglia per un posto di rilievo nel partito nascente.
Di certo pensare Peppone recitare l’omelia e Don Camillo arringare ai compagni in piazza rappresenta una suggestiva revisione storica e divertente di questo film che neanche l’autore ha mai immaginato.
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