La soluzione finale degli inceneritori:
un crimine ambientale, economico, politico
In 20 anni di gestione fallimentare della nettezza urbana (i rifiuti) si è passati dalla gestione pubblica a quella privata, peggiorando il servizio e facendo arricchire i camorristi di turno. Ora il nuovo “babbà” passa attraverso la costruzione degli inceneritori, chiamati inspiegabilmente soltanto in Italia “termovalorizzatori”.
Gli inceneritori (che in realtà hanno un impatto ambientale ben più devastante delle comuni discariche, e sono di fatto incompatibili con la raccolta differenziata) vengono così fatti passare per la soluzione a tutti i problemi. Non è affatto così. Essi tra l’altro sono finanziati dalla tasche dei cittadini, che non solo pagano per “vendere” agli impianti il combustibile che bruciano (i rifiuti), ma pagano ad un prezzo maggiorato anche l’energia elettrica prodotta mediante l’incenerimento, il cui costo viene scaricato interamente e puntualmente sulle bollette.
Si ha quindi la bruttissima impressione che l’attuale “emergenza” (con puzze annesse) sia soltanto l’alibi scellerato per giustificare l’intero “babbà” degli inceneritori.
Tra l’altro, come se non bastasse, quanti hanno causato questa situazione (e lo hanno fatto in maniera sospetta se non premeditata) saranno lì a prendersene tutti i vantaggi. Ancora una volta sulla pelle della gente…
un crimine ambientale, economico, politico
In 20 anni di gestione fallimentare della nettezza urbana (i rifiuti) si è passati dalla gestione pubblica a quella privata, peggiorando il servizio e facendo arricchire i camorristi di turno. Ora il nuovo “babbà” passa attraverso la costruzione degli inceneritori, chiamati inspiegabilmente soltanto in Italia “termovalorizzatori”.
Gli inceneritori (che in realtà hanno un impatto ambientale ben più devastante delle comuni discariche, e sono di fatto incompatibili con la raccolta differenziata) vengono così fatti passare per la soluzione a tutti i problemi. Non è affatto così. Essi tra l’altro sono finanziati dalla tasche dei cittadini, che non solo pagano per “vendere” agli impianti il combustibile che bruciano (i rifiuti), ma pagano ad un prezzo maggiorato anche l’energia elettrica prodotta mediante l’incenerimento, il cui costo viene scaricato interamente e puntualmente sulle bollette.
Si ha quindi la bruttissima impressione che l’attuale “emergenza” (con puzze annesse) sia soltanto l’alibi scellerato per giustificare l’intero “babbà” degli inceneritori.
Tra l’altro, come se non bastasse, quanti hanno causato questa situazione (e lo hanno fatto in maniera sospetta se non premeditata) saranno lì a prendersene tutti i vantaggi. Ancora una volta sulla pelle della gente…
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